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Estintori a polvere: cosa contengono, come funzionano e quanto costano

La scelta di come proteggere la propria casa dipende da una serie di variabili: ecco come funzionano gli estintori a polvere

02-07-2022 (Ultimo aggiornamento 19-07-2022)
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Gli estintori a polvere sono la tipologia di estintore più comune, un modello che viene spesso scelto quando si deve dotare un ambiente di adeguati dispositivi mobili di sicurezza. Questi particolari estintori, infatti, sono estremamente versatili e possono essere utilizzati su quasi tutti i tipi di fuoco, hanno un altissimo potere di spegnimento e un costo non eccessivo.

Scopriamo tutte le caratteristiche di un estintore a polvere, per sapere cosa spegne, che cosa contiene, come funziona e quali sono i prezzi applicati nei negozi specializzati e online.

Estintore a polvere: composizione e utilizzo

Gli estintori a polvere sono costituiti da un involucro in lamiera d’acciaio, pressurizzato con gas inerte o aria deumidificata a circa 15 bar. All’interno sono presenti polveri costituite principalmente da composti salini, come il bicarbonato di potassio o il bicarbonato di sodio (compatibili con classi di incendio B e C) e il solfato di ammonio e il fosfato monoammonico (per incendi di classe A, B e C).

Con quali tipi di fuoco è più efficace un estintore a polvere?

Le polveri polivalenti (polveri A, B, C) sono l’agente estinguente che viene più utilizzato, sia per l’universalità dell’impiego sia per l’elevata efficacia. Per questo motivo possono essere utilizzate negli incendi su:

  • apparecchiature e impianti elettrici sotto tensione;
  • materiali di classe A;
  • liquidi infiammabili.

Inoltre, per la sua particolarità costruttiva questo tipo di estintore è ideale per spegnere anche più focolai. In generale, un estintore a polvere è un dispositivo piuttosto versatile, impiegabile su molte tipologie di incendi che interessano apparecchi elettrici, metalli e materiali liquidi, solidi e gassosi. In particolare, gli incendi scaturiti da metalli possono essere spenti soltanto utilizzando un estintore a polvere di classe D.

Come si usa un estintore a polvere

Ogni modello di estintore prevede un tipo di utilizzo specifico, a seconda della sostanza usata per spegnere le fiamme di un incendio. Con l’estintore a polvere bisogna dirigere il getto alla base delle fiamme, tuttavia è necessario prima di tutto togliere il fermo di sicurezza, impugnare con una presa ben salda il tubo per la scarica, premere la valvola per l’erogazione e mantenere l’estintore in posizione orizzontale.

Estintore a polvere: a cosa serve esattamente?

L’estintore a polvere consente di spegnere un incendio attraverso tre tipi diversi di azione:

  • il soffocamento;
  • il raffreddamento;
  • l’inibizione chimica.

In pratica, la polvere dell’estintore forma una barriera che separa la fonte di ossigeno e il fuoco, in questo modo è in grado di soffocare l’incendio. Tuttavia, poiché questo tipo di estintore non raffredda effettivamente il fuoco, esiste comunque una piccola possibilità di riaccensione che deve essere considerata e monitorata con particolare attenzione dopo lo spegnimento del fuoco.

Gli estintori a polvere sono la soluzione perfetta per tutti quegli ambienti in cui sono presenti diverse potenziali fonti di un incendio come carburante, veicoli e sostanze chimiche, tra cui:

  • grandi officine;
  • grandi locali caldaie commerciali;
  • piazzali dei parcheggi;
  • autocisterne di carburante;
  • strutture per lo stoccaggio di liquidi infiammabili.

Cosa spegne un estintore a polvere

L’estintore a polvere può essere utilizzato in diverse situazioni:

  • quadri elettrici fino a 1000V;
  • materiali di classe A, come carta, legno, materie plastiche, e tessuti;
  • incendi di classe B, che coinvolgono liquidi infiammabili come benzine, gasolio e alcool;
  • incendi di classe C, dovuti a gas infiammabili come butano o metano;
  • materiali di classe D come alluminio, sodio e potassio, solo con polveri speciali.

Esistono poi due tipi di estintori a polvere speciali per spegnere incendi che coinvolgono il litio (estintore a polvere L2) e per incendi in cui sono coinvolti tutti gli altri metalli infiammabili (estintore a polvere M28).

L’estintore a polvere invece non deve essere usato su:

  • fuochi di classe F; fuochi di cottura, come i fuochi delle patatine fritte;
  • fuochi sprigionati in ambienti chiusi;
  • incendi che coinvolgono apparecchiature elettriche superiori a 1000V;
  • incendi che coinvolgono metalli infiammabili.

Revisione degli estintori a polvere, scadenza e manutenzione

La vita media degli estintori a polvere è piuttosto lunga e si protrae per un massimo di 18 anni, nel corso dei quali ovviamente sono necessari una serie di controlli e una determinata attività manutentiva per mantenere il dispositivo in buone condizioni. Si tratta di interventi come la verifica periodica, la sostituzione dell’agente estinguente (ovvero, la polvere) e il collaudo dell’estintore dopo un certo periodo di tempo o il suo utilizzo, anche se parziale.

Il controllo periodico deve avvenire secondo le modalità previste dalle normative di legge, inoltre può essere effettuato soltanto da tecnici abilitati. Questa ispezione deve avvenire ogni 6 mesi, attraverso un intervento durante il quale una persona competente controlla lo stato di carica pesando l’estintore, verifica la pressione interna e si accerta dell’efficienza del dispositivo di sicurezza, senza mettere in funzione l’estintore.

Dopo la scadenza deve essere eseguita la revisione dell’estintore a polvere, un intervento con il quale il tecnico ispeziona tutti i componenti, esamina l’interno dell’estintore e provvede alla sostituzione dei sistemi di sicurezza, dell’agente estinguente, delle valvole che erogano la povere e delle guarnizioni. Infine l’estintore viene rimontato ed è realizzato il collaudo finale, con il professionista incaricato che riporta la data dell’intervento nella scheda tecnica e il nome dell’azienda responsabile.

Quanto dura un estintore a polvere?

La durata di un estintore a polvere è di 36 mesi, dopodiché è necessario sostituire il dispositivo o revisionarlo. La decisione è puramente economica, in base all’opzione più funzionale e conveniente, infatti l’intervento di revisione permette di ripristinare il perfetto funzionamento dell’estintore, il quale sarà sicuro e in grado di operare come un estintore a polvere nuovo di zecca.

Come funziona lo smaltimento degli estintori a polvere

Il possesso di un estintore a polvere comporta anche la responsabilità del suo smaltimento, soprattutto quello relativo alle polveri contenute al suo interno. Si tratta di un’operazione complessa e costosa, per questo è necessario rivolgersi a società specializzate e farsi sempre rilasciare l’apposita documentazione. Lo smaltimento avviene in base al codice CER riportato dal produttore, la sigla identificativa europea dei rifiuti.

L’operazione può essere eseguita per conto proprio direttamente dal titolare dell’estintore a polvere, oppure dal manutentore che può tenerlo provvisoriamente fino a 10 giorni prima di consegnarlo a un impianto autorizzato. Smaltire questo tipo di dispositivo comporta innanzitutto il recupero e il riciclo degli elementi in metallo e plastica, in secondo luogo lo smaltimento corretto delle polveri estinguenti per evitare danni alla salute dell’uomo e all’ambiente.

Estintori a polveri: i prezzi

I prezzi dell’estintore a polvere variano a seconda della dimensione del prodotto scelto. Ad esempio, l’estintore da 6 Kg costa circa 20-30 euro e può essere utilizzato comodamente per proteggere negozi, uffici, cantieri, veicoli e in generale le aziende sottoposte al rischio di incendi. Per chi invece decide di comprare gli estintori a polvere da 9 kg, indicati per spazi più ampi e dove il rischio di incendi è più elevato, il prezzo è intorno agli 80-90 euro.

Domande frequenti:

  • Quanto si usa un estintore a polvere?

    Un estintore a polvere si usa su tanti tipi di incendi diversi, ad esempio quelli scatenati da metalli, apparecchi elettrici e materiali solidi, gassosi e liquidi.

  • Quali sono le differenze tra un estintore a polvere e uno a CO2?

    Le differenze tra un estintore a polvere e uno a CO2 sono le classi di fuoco per le quali sono omologati, infatti la CO2 non può essere utilizzata su materiali solidi e metalli mentre la polvere sì.

  • Che polvere c’è negli estintori?

    Negli estintori ci sono polveri come il solfato monoammonico e di ammonio, il bicarbonato di sodio o di potassio, composti salini compatibili con specifiche classi di incendio.

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