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Stretta UE sui condizionatori: ecco quelli da cambiare che non valgono più

Le nuove regole dell'Unione Europea prevedono la sostituzione di 8 condizionatori su 10: vediamo quali vanno cambiati per raggiungere la neutralità climatica

17-05-2023 (Ultimo aggiornamento 19-02-2024)
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Alessandro Speziali

Dottore in Economia

Nel 2014 mi diplomo al Liceo Scientifico Leone XIII di Milano, e mi Iscrivo alla facoltà di Economia e Gestione Aziendale presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove conseguo la laurea triennale nel Luglio 2017. Successivamente mi iscrivo al corso di laurea magistrale di economi...
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Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha adottato una serie di regolamentazioni sempre più rigorose per combattere il cambiamento climatico e promuovere la transizione verso una società più sostenibile. Tra le ultime misure adottate, vi è una stretta senza precedenti sui condizionatori, che sta mettendo in discussione l’utilizzo di molti modelli attualmente presenti sul mercato.

Vediamo quali sono i condizionatori che potrebbero essere interessati dalle nuove regole e gli obiettivi di questa iniziativa.

Nuove regole UE: a rischio l’80% dei condizionatori

Il recente regolamento dell’Unione Europea rappresenta un punto di svolta significativo per l’industria dei condizionatori e per coloro che ne fanno uso in famiglie, aziende e Pubbliche Amministrazioni. Con l’Europa che accelera verso la realizzazione del Green Deal, l’adozione di misure più rigide e ambiziose diventa una necessità urgente. Secondo le stime riportate da Il Messaggero, l’80% dei condizionatori presenti in Italia dovrà essere sostituito a breve.

L’obiettivo principale delle nuove restrizioni dell’UE è raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questo significa porre un definitivo stop agli F-gas, ossia gli idrofluorocarburi, che sono responsabili dell’emissione di gas ad effetto serra. Per raggiungere tale obiettivo, l’Unione Europea ha deciso di vietare l’assistenza e la manutenzione dei condizionatori e di altre apparecchiature contenenti gas fluorurati a partire dal 2024.

Questa decisione avrà un impatto significativo sul settore dei condizionatori, così come su altre tecnologie quali le caldaie a gas, le pompe di calore e gli impianti di refrigerazione stazionari e mobili utilizzati nei supermercati in Italia. Dato che circa l’80% di questi dispositivi produce F-gas, sarà necessario procedere alla loro sostituzione in tempi brevi per conformarsi alle nuove normative dell’UE.

L’Unione Europea sta cercando di promuovere l’adozione di tecnologie più efficienti dal punto di vista energetico e a basse emissioni, al fine di contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico e alla salvaguardia dell’ambiente per le generazioni future. Tuttavia, la transizione verso soluzioni più sostenibili e a basse emissioni di carbonio sarà inevitabilmente costosa e richiederà un impegno notevole da parte delle famiglie e delle imprese, motivo per cui questa direttiva ha suscitato non poche polemiche.

Stop agli F-gas: l’Italia contro il regolamento UE

La recente introduzione del regolamento dell’Unione Europea per fermare gli F-gas ha suscitato reazioni contrastanti, sia in Francia che in Italia, da parte delle industrie coinvolte nella “filiera del freddo”. Nonostante l’approvazione del Parlamento europeo lo scorso 30 marzo, le trattative non sono ancora state concluse e le aziende in Europa sperano di avere ulteriori margini di intervento. In Italia, ad esempio, le associazioni Applia, Area Ehpa ed Epee, che rappresentano il settore della produzione e manutenzione dei condizionatori, sollevano preoccupazioni riguardo ai rischi derivanti dall’attuazione di un programma così nobile, ma difficilmente realizzabile.

Sebbene il Green Deal sia cruciale per il clima, secondo le aziende rischia di infliggere un duro colpo alla filiera di produzione (a livello nazionale e internazionale) e a tutte le società che si occupano della manutenzione di tali apparecchiature. Il settore della manutenzione e riparazione dei climatizzatori, come riportato da Il Messaggero, contribuisce all’economia italiana dello 0,5%, generando un volume d’affari di circa 8 miliardi di euro e impiegando fino a 140.000 persone.

Inoltre, è importante che i consumatori siano informati tempestivamente sulle nuove normative e siano supportati nel processo di transizione verso soluzioni più sostenibili. Gli incentivi e le agevolazioni finanziarie possono svolgere un ruolo chiave nel facilitare l’adozione di tecnologie e apparecchiature rispettose dell’ambiente, consentendo una transizione più agevole verso una società a basse emissioni di carbonio.

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