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Come fare la clorazione Shock?

La clorazione shock della piscina è un trattamento iniziale d'urto: scopri in questo articolo perché e come farla al meglio.

10-06-2020 (Ultimo aggiornamento 26-02-2024)
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Antonia Di Lauro

Professionista lavori domestici

Sono un'esperta di pulizie con una comprovata esperienza nel settore. Ho lavorato per diversi anni come addetta alle pulizie in diverse portinerie, dove ho sviluppato una grande manualità e una profonda conoscenza delle diverse tecniche di pulizia. Ho iniziato il mio percorso nel settore delle pul...
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manutenzione piscine interrate

La bella stagione è ormai arrivata ed è quindi giunto il momento di rimettere in funzione le piscine, tenute coperte durante l’inverno. Una delle prime operazioni da fare per rendere l’acqua “balneabile” è la clorazione shok, sia per piscina fuori terra che per piscina interrata.

Cos’è la clorazione shock?

La clorazione shok o clorazione d’urto è un trattamento dell’acqua da fare assolutamente nelle fasi di pulizia e filtrazione della piscina. In pratica si utilizza una dose di cloro e disinfettanti decisamente maggiore alle quantità normalente necessarie, in modo da ossidare le sostanze organiche e inorganiche che si sono depositate sul fondo della vasca e quindi rimuoverle più facilmente. Inoltre, in questo modo verrà sterilizzato il fondale, le pareti, le pompe, i filtri e le tubazioni.

Come effettuare il cloro shock della piscina?

Effettuare il trattamento è semplicissimo: basterà mettere nell’acqua più cloro di quello normalmente necessario per la manutenzione dell’acqua. Per ottenere un trattamento shock corretto e non rischiare un’efficacia limitata nel tempo, prima di effettuare il trattamento d’urto è necessario verificare che il pH sia corretto (7,2 circa) e che la concentrazione di acido cianurico sia intorno ai 60 ppm. Il dosaggio per il cloro shock consigliato è di circa 15/20 grammi per metro cubo di Cloro granulare, ovvero circa il doppio delle quantità utilizzate per la normale clorazione. Ovviamente, non sarà possibile fare il bagno per almeno un paio di giorni dopo la clorazione shock della piscina, durante i quali è bene controllare i livelli di cloro presenti nell’acqua.

Altri casi in cui effettuare la clorazione shock

Non solo, quindi, a inizio stagione, ma ci sono altri casi in cui è consigliabile un trattamento con cloro shock della piscina.

  • Quando vediamo un eccesso di alghe o sostanze organiche. Infatti, durante la stagione estiva – anche se il trattamento dell’acqua con sostanze chimiche è ottimale – le alte temperature, l’elevato irraggiamento solare e i temporanti che portano sostanze microinquinanti, possono causare lo sviluppo di alghe. In questo caso la concentrazione standard di cloro non è sufficilente, è quindi necessaria la clorazione shock.
  • Eccesso di cloro combinato. Anche senza analizzare l’acqua possiamo renderci conto di una presenza eccessiva di cloro combinato dall’odore sgradevole dell’acqua e dal fatto che proprio l’acqua irrita gli occhi e le mucose. Tutto ciò influisce negativamente anche sul processo di disinfezione: in questo caso è necessario procedere con la clorazione shock della piscina, perchè il cloro è in grado di eliminare il cloro combinato. Se riusciamo ad effettuare la misurazione, dobbiamo considerare che nelle piscine pubbliche il limite di cloro combinato previsto per legge è di 0,4ppm, valore che sarebbe bene tenere presente anche nelle piscine private.

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