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Rampe per disabili: quando servono e come installarle secondo le normative

Devi installare o costruire una rampa per disabili? Vediamo cosa dicono le normative, la pendenza massima, a chi rivolgersi per l'installazione e quanto costa

22-10-2018 (Ultimo aggiornamento 19-04-2024)

Domenico Ielo

Ingegnere Civile

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In una società civile è giusto che tutti i cittadini possano godere degli stessi privilegi e poter accedere agevolmente ad ogni struttura, per questo la questione della presenza o meno di rampe per disabili è stata spesso, nel nostro Paese, oggetto di accese dispute.

Chiunque abbia un’attività pubblica, che sia un ufficio o qualunque altro tipo di struttura il cui accesso è consentito solo attraverso scalini, dovrebbe dunque provvedere a far realizzare una rampa per disabili che permetta a tutti di accedere e uscire dall’edificio. Idem per i condomini, il cui accesso deve essere permesso senza limitazioni di sorta e dove si richiede spesso la necessità di dotarsi di questi speciali accessi che rappresentano il mezzo più funzionale per abbattere le barriere architettoniche.

Normative: le info utili sulle rampe per disabili

Shutterstock

La rampa per disabili, secondo la normativa (legge n° 13 del 1989) è lo strumento più indicato per il superamento delle barriere architettoniche (scale, gradini, porte, ecc). Per essere utilizzata da persone con mobilità ridotta, una rampa deve essere idonea e dunque rispettare precisi criteri, primo tra tutti la pendenza massima che per la rampa per disabili non deve mai essere smisurata per non costringere la persona ad uno sforzo eccessivo nella risalita, né comportare pericolosità durante la discesa.

Le rampe, dunque, devono avere i seguenti requisiti (DM 236/89):

Tuttavia, oltre alle classiche rampe esistono altri elementi più tecnologici di cui ci si può e ci si deve dotarsi, come gli ascensori appositamente realizzati per i disabili e i servoscala.

Normative rampe per disabili: quali permessi occorrono

123rf

Se il buon senso suggerisce dunque di realizzare delle rampe per disabili dovunque sia necessario, cosa dice la legge in proposito e quali permessi occorrono effettivamente per realizzarle?

Secondo uno degli articoli contenuti nella normativa per l’edilizia, tutti gli interventi volti all’eliminazione di barriere architettoniche che non comportino la realizzazione di ascensori esterni o di manufatti o strutture che alterino la sagoma dell’edificio, rientrano nelle opere di edilizia libera e per questo non necessitano di richiesta di permessi al comune. Ecco perché non è necessario fare nessuna comunicazione di inizio lavori agli uffici preposti.

Dunque per poter installare una rampa per disabili, con apposita pendenza, prefabbricata in acciaio zincato o alluminio, non occorrono permessi. Diverso però è il discorso se si deve realizzare una rampa in calcestruzzo armato, soprattutto se si tratta di aree soggette a tutela paesaggistica o di beni culturali come edifici storici per cui è richiesto il nulla osta della soprintendenza, la presenza di un tecnico che dovrà fare una segnalazione certificata di inizio dell’attività (SCIA) e quella di un ingegnere per la pratica strutturale da consegnare al genio civile.

Se poi si tratta di rampe chiuse, che rientrano dunque a tutti gli effetti nelle categorie delle costruzioni, allora occorreranno ulteriori permessi.

Per tutte queste ragioni, prima di procedere con la realizzazione di rampe per disabili, è sempre meglio rivolgersi ad un tecnico specializzato che possa fornire tutte le informazioni necessarie per ottemperare agli obblighi di legge per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Rampa per disabili: quanto costa e quali sono gli incentivi

Non bisogna mai confondere le rampe per disabili con i montascale che sono invece delle soluzioni idonee soprattutto per gli spazi interni, per facilitare la risalita o la disces.

Ma quanto costa realizzare delle rampe per disabili? Dipende dalla lunghezza necessaria, dalla forma e dall’estensione della rampa, ma anche dal materiale utilizzato, a cui aggiungere poi il costo della manodopera.
In linea generale le rampe per disabili prefabbricate costano meno di quelle realizzate ex novo e quelle in acciaio zincato sono più economiche di quelle in alluminio. Dunque il costo può variare molto a seconda dei casi e può arrivare anche fino a 10 mila euro.

Esistono dei contributi a fondo perduto per le barriere architettoniche, con priorità nell’assegnazione agli invalidi totali e fanno riferimento alla Legge n°13 del 1989: secondo questa legge i contributi possono essere richiesti in caso di immobili privati già esistenti dove risiedono portatori di menomazioni o limitazioni funzionali permanenti (di carattere motorio o non vedenti).

In tal caso la richiesta per l’accesso ai contributi va presentata al sindaco del paese in cui si trova l’immobile secondo precisi termini temporali e con tutta la documentazione del caso. Anche i montascale possono essere installati facendo ricorso ai contributi stabiliti dalla stessa legge. Esiste anche un bonus “Barriere architettoniche” che consiste in una detrazione d’imposta del 75% delle spese documentate sostenute nel periodo tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre 2025 e va ripartita tra gli aventi diritto in 5 quote annuali di pari importo. Il DL 212/2023 prevede che dal 30 dicembre 2023, data di entrata in vigore del decreto, possono essere agevolati con la detrazione del 75% solo gli interventi volti all’eliminazione delle barriere architettoniche aventi ad oggetto scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici.

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