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Controsoffitto strutturale e non strutturale: ecco le differenze

A cosa serve il controsoffitto? Come viene fatto? Scopri le differenze tra controsoffitto strutturale e controsoffitto non strutturale

27-10-2021 (Ultimo aggiornamento 02-11-2021)
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Il controsoffitto è indubbiamente una delle modifiche più frequenti che viene realizzata all’interno di un’abitazione e svolge davvero numerose funzioni. Tecnicamente si tratta di un elemento che viene fissato all’intradosso del solaio e ne delimita lo spazio riducendo allo stesso tempo l’altezza del soffitto.

A cosa può servire un controsoffitto? Può essere utile per isolare acusticamente una o più stanze della casa, per migliorare la tipologia di illuminazione della stessa, conferendogli effetti particolari, o anche per ridefinire gli spazi dando una nuova dimensione, soprattutto in caso di soffitti troppo alti che possono anche far disperdere maggiormente il calore.

Naturalmente, per essere a norma, un controsoffitto deve rispettare alcuni elementi come un’altezza che non dovrebbe mai essere inferiore ai 2,70 mt per motivi igienici, valore che scende a 2,40 per i locali di servizio.

Oltre a questo ci sono altri elementi di cui un controsoffitto deve tenere conto, come la sicurezza in caso di incendio, la capacità portante della struttura e l’assenza di rilascio di sostanze nocive come la formaldeide. Elementi tecnici a parte, il controsoffitto è una soluzione utile anche per contenere il passaggio di impianti e fili elettrici o per isolarli efficacemente.

Ovviamente esistono diversi tipi di controsoffitto, realizzati con materiali differenti in base alla finalità alla quale devono rispondere, ma quello che non cambia è la tipologia di struttura che prevede sempre la presenza di una struttura di sostegno e una di tamponamento. In particolare è proprio il materiale con cui è realizzato a determinare l’aspetto estetico del controsoffitto e il suo rapportarsi con l’ambiente circostante anche a livello di stile.

Cosa si intende per controsoffitto non strutturale?

Prima di procedere all’esplorazione delle varie tipologie di controsoffitto, è importante capire che cosa si intende per “non strutturale”. La regola generale è la seguente: i controsoffitti non strutturali sono tutti quelli che sono stati realizzati successivamente alla struttura dell’abitazione e possono essere modificati o rimossi senza compromettere la solidità dello spazio. 

Controsoffitto strutturale e non strutturale: le differenze

Quando si parla di controsoffitto si parla spesso delle differenze esistenti tra un controsoffitto strutturale e un controsoffitto non strutturale. In realtà tutti i controsoffitti realizzati successivamente alla creazione della struttura dell’abitazione vengono considerati non strutturali, specie se removibili. Più interessante invece considerare le 5 tipologie di controsoffitti possibili da realizzare, ovvero:

  • Controsoffitti chiusi non ispezionabili
  • Controsoffitti ispezionabili
  • Controsoffitti aperti
  • Controsoffitti autoportanti
  • Cortosoffitti in aderenza

La differenza tra queste tipologie? I controsoffitti chiusi non ispezionabili sono spesso realizzati con pannelli in legno o gesso, sono sicuri in caso di incendio e hanno solitamente un buon potere fonoriflettente. Quelli ispezionabili sono invece spesso realizzati in gesso fibrorinforzato, molto più resistente, e si possono trovare anche decorati.

I controsoffitti autoportanti non vengono fissati al solaio, ma alle pareti laterali, tramite l’utilizzo di profili perimetrali specifici. Se le pareti e i soffitti presentano irregolarità antiestetiche, si può lavorare su questa opzione. Il controsoffitto in cartongesso in aderenza, invece, è un rivestimento caratterizzato dalla presenza di una struttura metallica fissata al solaio.

Infine la tipologia di controsoffitto aperto non dà vita ad un vano spaziale, ma semplicemente ad una sorta di schermatura del soffitto, perfetta soprattutto nel caso si desideri installare un tipo di illuminazione di un certo tipo come per esempio i faretti orientabili e i LED.

Ogni controsoffitto è un’opportunità davvero straordinaria di godere dello spazio come mai avresti immaginato: qualche esempio? Immagina una stanza guardaroba con controsoffitti aperti a più livelli, pensati per ospitare strisce di LED. L’armadio si installa sul controsoffitto e lascia a vista tutti gli elementi, permettendo a chi lo usa di sentirsi pienamente consapevole di tutti gli indumenti che possiede.

I controsoffitti ispezionabili sono perfetti, per esempio, per un locale che sta cercando di dare un tocco di eleganza alla struttura, senza tuttavia rinunciare alla sicurezza di un materiale antincendio. Il controsoffitto non è solo un’esigenza, ma una grande opportunità di spaziare con l’arredamento, giocando con profondità, dimensioni, ombre e progetti di illuminazione davvero personalizzabili.

Prezzi del controsoffitto: quanto costa farne realizzare uno e a chi rivolgersi

Quanto costa però realizzare a casa propria un controsoffitto? Dipende dalla tipologia che si desidera: un controsoffitto fisso, inclusa la manodopera, può costare tra le 20 e le 45 euro al metro quadro; un controsoffitto smontabile, inclusa la manodopera, può arrivare anche a 50 euro al metro quadro.

Per realizzare un controsoffitto a regola d’arte, che rispetti tutte le norme di legge e apporti un reale vantaggio in termini funzionali ed estetici, è bene rivolgersi a del personale specializzato, meglio se a una ditta edile che ha già realizzato questa tipologia di lavori e saprà proporre la soluzione migliore per le vostre esigenze.

Domande frequenti:

  • Quando si fa il controsoffitto?

    Il controsoffitto si usa quando si hanno particolari necessità isolanti in termini di temperatura o suono, oppure si vuole giocare con le profondità di uno spazio.

  • Cosa usare per i controsoffitti?

    I controsoffitti possono essere realizzati in cartongesso, legno o fibra minerale rinforzata, ma anche metallici.

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