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Quando si può chiedere risarcimento all'amministratore di condominio

Come si può agire quando un amministratore non rispetta doveri e responsabilità? E nel caso in cui sia uscente? Ecco cosa fare

26-04-2022 (Ultimo aggiornamento 05-04-2024)
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Silvia Baldassarre

Avvocato Civilista

Silvia Baldassarre si è laureata a pieni voti in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Milano con tesi in materia di diritto internazionale. Ha maturato la propria esperienza professionale in diversi studi civilistici di Milano occupandosi dei vari aspetti della materia, dalla responsa...
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I doveri e le responsabilità di un’amministratore di condominio sono tanti e spesso vengono disattesi, causando anche problematiche ai condomini. In alcuni casi è possibile chiedere un risarcimento al professionista e cercare di recuperare i danni. Si può fare ciò anche quando l’amministratore è uscente. Ecco quando si può fare.

Amministratore condominiale negligente: possibili problemi

Quando il rapporto tra condominio e amministratore si interrompe, può capitare che quest’ultimo compia delle irregolarità relative al passaggio di consegne oppure non compia determinati obblighi. Problemi di vario tipo, oltre a causare l’interruzione del mandato, possono emergere quando arriva il nuovo amministratore.

Uno dei casi più diffusi, è il ritardo nel passaggio di consegne da parte dell’amministratore uscente. Ciò deriva anche dal fatto che nel Codice Civile non sono fissate delle tempistiche esatte per questa attività ma ci si limita a raccomandare la trasmissione dei documenti. Tuttavia, anche se tutta la procedura viene eseguita correttamente, le tempistiche sono cruciali, per tanti motivi. Per esempio, chi lavora in condominio – giardinieri, addetti pulizie, elettricisti etc – potrebbe subire ritardi nei pagamenti e decidere di sospendere i servizi.

Un altro problema che può emergere è la presenza di buchi nella contabilità. E ciò accade soprattutto quando il nuovo amministratore prende in mano i documenti relativi anche ad amministrazione contabile. In questo caso, si parla di un vero e proprio reato. Secondo l’articolo 646 del Codice Penale ci sono gli estremi per appropriazione indebita di beni altrui, ma ciò non è automatico. Infatti, una mancanza potrebbe essere legata ad errori di contabilità che possono emergere attraverso una revisione contabile. L’amministratore potrebbe incappare in una condanna penale e civile, in cui risarcire le persone a cui ha recato danno.

A partire dal 2012 l’amministratore è obbligato a gestire le quote dei condomini attraverso il conto corrente condominiale. In caso contrario, emerge un chiaro problema di trasparenza. Non può quindi confondere diversi conti, tutte le quote devono essere versate su quello condominiale. Questi sono solo alcuni casi di irregolarità e negligenza, che la maggior parte delle volte causano danni di tipo economico al condominio. Riconoscerli e agire tempestivamente è cruciale.

Quando chiedere il risarcimento

Quando il danno è certo, il condominio può chiedere un risarcimento. Solitamente la procedura è lunga, soprattutto se l’amministratore non è assicurato. Solitamente le mancanze nella cassa condominiale emergono dopo il passaggio di consegna. Dopo che il nuovo amministratore si assicura dell’ammanco, convoca l’assemblea condominiale, in modo che si possa decidere quale azione intraprendere. Raramente l’amministratore risarcisce il condominio spontaneamente, mentre spesso si finisce con una causa giudiziaria. Se vinta dal condominio, l’amministratore dovrà rimborsare i danni causati e pagare le spese legali di tutti.

In questo contesto, l’assemblea ha un ruolo cruciale. Innanzitutto, occorre raccogliere tutte le informazioni sul professionista, assicurarsi che possa assolvere ai suoi debiti e quindi risarcire i condomini. Per fare ciò bisogna verificare il suo patrimonio. Solo conoscendo questi dettagli si potrà valutare la convenienza di un’azione legale. Infatti, se l’amministratore non può effettivamente risarcire l’edificio allora sarebbe inutile continuare l’azione legale.

Revoca all’amministratore di condominio: quando è possibile?

Un’amministratore può essere revocato dal suo incarico in ogni momento, anche se non risulta inadempiente. L’assemblea in questo caso può deliberare a favore o meno, proprio come succede nel caso in cui si voglia affidare l’incarico a un nuovo professionista. Nel caso in cui l’amministratore sia responsabile di gravi mancanze e non voglia abbandonare il suo posto, si può procedere con una revoca giudiziale, anche senza l’assemblea. Infatti, qualsiasi condomino può rivolgersi a un tribunale che sarà incaricato di emettere il provvedimento. Ma ciò è possibile solo in caso di grave irregolarità.

L’amministratore condominiale è una figura molto importante, perciò bisogna affidare l’incarico a un professionista valido, competente e affidabile. Chi è alla ricerca di un nuovo amministratore può trovarlo grazie a Pagine Gialle Casa. Sulla piattaforma è possibile cercare i professionisti della propria zona, contattarli e chiedere un preventivo personalizzato da ricevere comodamente online.

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