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Condono edilizio 2024: le novità della sanatoria

La sanatoria del 2024 permette di regolarizzare interventi senza concessioni e molto altro: scopriamo i requisiti e i limiti del condono edilizio

07-02-2024 (Ultimo aggiornamento 09-02-2024)
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Alessia Mancini

Content manager e blogger

Content manager e blogger, narratrice digitale appassionata di condividere idee e storie che ispirano e informano. Specializzata in interior design e tendenze del settore arredo, è affascinata da tutto ciò che riguarda il mondo della casa.
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La sanatoria edilizia è un argomento di grande rilevanza per i proprietari di immobili che si trovano a dover regolarizzare opere edilizie realizzate senza i dovuti permessi. Con l’entrata in vigore delle più recenti normative, essere informati su come procedere per mettersi in regola nel 2024 è essenziale. Scopriamo le novità introdotte dal condono edilizio del 2024 e le opportunità offerte dalla legislazione vigente.

Sanatoria 2024: quali abusi si possono sanare?

Il terzo condono edilizio, come viene comunemente chiamato, rappresenta l’epilogo di una trilogia di provvedimenti legislativi che hanno lasciato un’impronta significativa nel nostro sistema giuridico. Questo percorso ha avuto inizio nel 1985 con la Legge n. 47/1985, è proseguito con la Legge n. 724/1994 e ha raggiunto il culmine con la Legge n. 326/2003, che ha convertito il D.L. n. 269/2003.

Quest’ultimo condono, conosciuto come terzo condono edilizio, è quello le cui disposizioni trovano ancora applicazione, e permettono di sanare:

  • Interventi di costruzione di immobili senza licenza o concessioni edilizie.
  • Lavori eseguiti in difformità rispetto a quanto previsto nelle licenze e concessioni.
  • Interventi edilizi basati su licenze o concessioni annullate, decadute o divenute inefficaci

Tuttavia, è importante ricordare che l’accesso a questo terzo condono non è sempre garantito, poiché bisogna rispettare specifici limiti temporali, di cubatura e vincoli paesaggistici. Vediamo quali.

Terzo condono edilizio: quali sono i limiti?

Per quanto concerne i limiti, è necessario considerare l’articolo 32, comma 25, della Legge n. 326 del 2003. Questo articolo stabilisce che il terzo condono edilizio può essere applicato solo alle costruzioni abusive realizzate entro il 31 marzo 2003. Tale disposizione ha una motivazione logica: senza una “data di scadenza” per il condono, vi sarebbe il rischio che chiunque potesse realizzare immobili con abusi edilizi, sanandoli successivamente. Ciò avrebbe svuotato di significato le concessioni e le licenze edilizie, aprendo la strada a possibili abusi.

Vi sono ulteriori limiti nel caso di vincolo paesaggistico. Se l’immobile si trova in una zona sottoposta a tale vincolo, non vi può essere condono indipendentemente dalla data di realizzazione degli abusi. Esistono tuttavia due eccezioni a questa regola: il vincolo paesaggistico è stato imposto successivamente alla realizzazione dell’abuso stesso, oppure vi è un vincolo paesaggistico preesistente ma si intende condonare solo violazioni che possono essere considerate formali.

Tuttavia, è importante notare che questa normativa non è assoluta, poiché la Legge della Regione Lazio (n. 12 del 2004, articolo 3, comma 1, lettera B) ha stabilito che in presenza di vincolo paesaggistico, il condono edilizio non è possibile neanche nel caso in cui il vincolo stesso sia stato imposto successivamente alla realizzazione dell’abuso. Questa normativa regionale è quindi più restrittiva rispetto a quella nazionale.

Inoltre, la Corte di Cassazione ha sottolineato l’importanza del rispetto di un doppio limite di cubatura:

  • 750 metri cubi per ogni unità abitativa;
  • 3.000 metri cubi per l’intera costruzione;
  • 30% rispetto alla struttura iniziale in caso di ampliamento.

La Corte di Cassazione ha anche chiarito che se un edificio appartiene interamente allo stesso soggetto, il limite di 750 metri cubi deve essere rispettato per l’intero complesso immobiliare, anche se frazionato in più unità immobiliari. Tale normativa mira a prevenire l’elusione delle norme in materia di condono edilizio.

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