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Ristrutturare casa coniugale dopo separazione: come gestire i lavori e le spese

In caso di separazione, si può chiedere il rimborso per le spese di ristrutturazione? Come funziona il Superbonus se si è separati? Scopri tutte le risposte

24-02-2022 (Ultimo aggiornamento 13-02-2024)
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L’avv. Francesca Cimellaro, laureata a pieni voti all’Università degli Studi di Milano, ha conseguito la propria formazione presso il Foro di Milano, ove ha sviluppato un profondo interesse per l’esercizio della professione. Oggi è iscritta all’albo degli avvocati di Varese ed è socia del...
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Quali sono le conseguenze di una separazione legale per la casa coniugale? Come si gestiscono i costi, inclusi quelli di una eventuale ristrutturazione edilizia? Si può chiedere un rimborso? Lo stesso vale per gli incentivi per la casa: una persona separata che vive nella casa coniugale non si sua proprietà, può avere comunque il Superbonus 110%? E a quali condizioni? In questa guida rispondiamo a tutte le domande relative al rapporto tra ristrutturazione, bonus e separazione legale.

Separazione: chi ha il rimborso spese per la ristrutturazione della casa?

I problemi principali legati all’immobile coniugale affiorano nel caso in cui si sia stabilita la “comunione dei beni”. In questo caso, infatti, il bene, come la casa, aquistato da uno dei coniugi, ricade nella comunione legale, con comproprietà al 50% anche se chi ha sostenuto l’acquisto è solo uno dei due ex-coniugi, con proprio esclusivo denaro. Da questa regola vengono comunque esclusi i beni derivati da una successione ereditaria o una donazione, quindi un immobile in eredità avrà un unico proprietario. All’interno del regime in comunione dei beni si può comunque stabilire che la casa rimanga di proprietà di uno dei due coniugi tramite una dichiarazione di volontà.

Se ci si separa dopo un matrimonio in comunione dei beni, avviene subito lo scioglimento dell’accordo e i due ex-coniugi si ripartiscono i beni dove possibile. Sicuramente, un’abitazione è difficile da dividere in due, soprattutto se si tratta di un piccolo appartamento. Se le parti non raggiungono un compromesso, cioè un accordo consensuale, si aprono diversi scenari. Uno di questi è quello di mettere la casa in vendita e dividere il ricavato tra i due contendenti.

Ma cosa succede se la casa è stata ristrutturata ma è stato solo uno dei coniugi a farsi carico delle spese? La risposta giunge dalla Corte di Cassazione: in caso di separazione, la persona che non è intestataria dell’immobile non ha diritto a nessun rimborso, per la logica della solidarietà familiare. Il motivo è che queste spese non rientrano nell’articolo 192 del Codice Civile. Anzi devono essere rimandate all’articolo 143 del Codice, che dice che un coniuge ha il dovere di contribuire al mantenimento della stabilità familiare in base alle sue capacità economiche, professionali e casalinghe. I lavori di ristrutturazione rientrerebbero, così, tra i doveri del coniuge chiamato a soddisfare le necessità della famiglia in quel preciso momento della sua vita e, in questo caso, non è ammesso alcun rimborso per chi ha pagato, se l’importo rientra nei normali limiti della solidarietà familiare.

Tuttavia, ci sono delle soluzioni che si possono raggiungere per avere comunque un ristoro. Tali accordi si raggiungono in tribunale invocando altri articoli del Codice Civile, come il numero 1150 che prevede un rimborso per i miglioramenti apportati ad un immobile che appartiene a un’altra persona. L’ammontare del ristoro si calcola facendo il rapporto tra il valore della casa prima e dopo i lavori. Attenzione, però: questo rimborso si ottiene solo se si dimostra che i lavori non siano stati fatti per necessità familiari ma solo per il vezzo di migliorare la casa e, in ogni caso, solo se si dimostra documentalmente l’entità delle spese sostenute.

Superbonus 110% e separazione: a chi spetta l’agevolazione

Cosa succede se si vuol richiedere l’incentivo fiscale sulla casa coniugale in cui si continua a vivere dopo la separazione? Come confermato dall’Agenzia delle Entrate, possono beneficiare dell’agevolazione non solo gli intestatari dell’immobile ma anche chi effettivamente ci vive, quindi inquilini e comodatari. Nel caso specifico possono avere il Superbonus 110% e altre agevolazioni per la casa:

  • familiari che convivono con il proprietario della casa, che sia il coniuge o parenti entro il terzo grado
  • coniugi separati e assegnatari dell’immobile intestato all’altro coniuge

Per poter usufruire del bonus è fondamentale sostenere le spese ed essere intestatari di bonifici e fatture. Quindi, anche una persona separata che continua a vivere nella casa coniugale e si fa carico delle spese di ristrutturazione può avere i Bonus Casa. In caso contrario, può essere anche il proprietario dell’immobile a farsi carico degli importi, ma in quel caso il Bonus andrà a lui. In caso di comproprietà, l’agevolazione spetta sempre a chi ha sostenuto le spese. Anche in questi casi, si può usufruire dell’agevolazione in tre modalità: tramite detrazione, sconto in fattura o cessione del credito.

Chi intende ristrutturare la casa in cui vive e vuole richiedere il Superbonus può dunque farlo, anche se separato legalmente. Occorre sempre assicurarsi di apparire nell’intestazione di tutta la documentazione, in particolare dimostrare di aver sostenuto le spese tramite fatture e ricevute. Su Pagine Gialle Casa è possibile entrare in contatto fin da subito con le ditte e i professionisti della propria zona esperti in ristrutturazioni e restauri edilizi, in modo da capire qual è il preventivo di spesa e pianificare i lavori per l’abitazione.

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