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Ristrutturare il tetto di una casa d'epoca: consigli dell'esperto

Ristrutturare il tetto non è una cosa semplice, soprattutto quando si tratta di recuperare il tetto di una casa d'epoca: vediamo come fare con l'esperto

14-11-2023

Studio architettura Loft Canova

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Affrontare la ristrutturazione di un edificio datato, soprattutto se rappresenta un momento stilistico importante nella storia dell’architettura, è una sfida che richiede un approccio attento e ponderato. In questo processo, è essenziale equilibrare due obiettivi fondamentali: da un lato, il rispetto e la valorizzazione dei canoni estetici che conferiscono all’edificio la sua identità storica e, dall’altro, la definizione di criteri di vivibilità, comfort, funzionalità e sostenibilità che gli edifici moderni devono soddisfare.

Questa doppia attenzione si applica a ogni componente edilizia, sia essa visibile o nascosta, ma assume un’importanza particolare quando si tratta del tetto. Il tetto, infatti, non è solo una parte fondamentale della struttura di un edificio, ma contribuisce in modo significativo alla sua estetica e al suo carattere storico. Approfondiamo alcune accortezze da tenere a mente quando si ristruttura il tetto di una casa d’epoca.

Ristrutturare un tetto d’epoca: l’importanza del sopralluogo

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Ripristinare e riportare al suo antico splendore un’abitazione storica rappresenta una sfida complessa e affascinante, che richiede attenzione e competenza nel processo di restauro. Tra i principali compiti da affrontare, c’è la necessità di individuare e affrontare problemi come crepe, buche, tegole mancanti e grondaie danneggiate.

Un problema comune riscontrato in molte di queste case d’epoca è l‘indebolimento strutturale causato dall’attacco dei tarli alle travi in legno. Questo fenomeno può mettere a rischio la stabilità dell’intera struttura, rendendo essenziale valutare attentamente se sia più opportuno procedere con un restauro approfondito o una ricostruzione completa del tetto.

Per valutare in modo accurato le condizioni del tetto di una casa d’epoca, è fondamentale richiedere la consulenza di un professionista specializzato, come un architetto o un ingegnere. Questi esperti devono pianificare un sopralluogo dettagliato, analizzando sia l’aspetto interno che quello esterno della struttura. Inoltre, grazie all’uso di droni, è ora possibile esaminare anche la parte superiore del tetto senza correre rischi, il che è particolarmente utile nelle case d’epoca abbandonate, dove il rischio di crollo è più elevato. Tuttavia, è importante sottolineare che l’ispezione tramite droni non sostituisce l’intervento diretto di un esperto, che rimane essenziale per verificare da vicino le eventuali problematiche strutturali.

Inoltre, non dobbiamo trascurare l’aspetto burocratico del rifacimento del tetto di una dimora storica, soprattutto in città d’arte. In questi casi l’intervento deve essere autorizzato dal competente ufficio della Soprintendenza tramite un nulla osta preventivo che attesti la coerenza dell’intervento con i vincoli, ovviamente per gli edifici che rientrano nel tessuto storico della città, tra quelli elencati all’Art.10 del DLgs. 42/04, ed anche per interventi relativi ad edifici inseriti nella Carta per la Qualità e non tutelati per legge.

Ristrutturare un tetto vecchio: le fasi del recupero edilizio

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Il tetto costituisce un elemento essenziale dell’architettura di un edificio, e la sua forma e struttura dipendono da una serie di fattori, tra cui considerazioni tecnologiche e culturali. Da un punto di vista strutturale, i tetti inclinati possono essere realizzati con diversi tipi di supporto, tra cui travi in legno, profilati d’acciaio o pannelli in cemento armato precompresso. In particolare, la tipologia a capriata e orditura in legno è molto diffusa in edifici rurali e in quelli soggetti a lavori di restauro o recupero.

La prima fase del processo di ristrutturazione comporta il “ripulimento” del tetto da tutti i materiali di copertura in eccesso, al fine di preparare l’area per i lavori di restauro. Questo include la rimozione delle tegole o dei coppi (che dovranno essere successivamente smaltiti in modo appropriato), dei materiali isolanti, delle travi eventualmente danneggiate e dei pluviali. È importante notare che, specialmente nei progetti di recupero edilizio in cui si desidera preservare l’aspetto originale del tetto, è possibile conservare e riutilizzare parte dei coppi vecchi, integrandoli con coppi nuovi. L’obiettivo di questa operazione di smantellamento è mettere in evidenza la struttura portante e valutare la necessità di eventuali interventi correttivi.

Se durante l’analisi strutturale si riscontrano cedimenti o debolezze, è necessario intervenire con il consolidamento. Questa fase prevede il rinforzo delle parti strutturali, che può essere ottenuto mediante il rafforzamento degli elementi esistenti, l’aggiunta di supporti supplementari o la sostituzione di componenti danneggiati di dimensioni ridotte.

A questo punto, si passa alla ricostruzione del tetto con un approccio tecnologicamente avanzato. Iniziamo con l’impermeabilizzazione, che impedisce all’acqua di infiltrarsi nella struttura sottostante. Segue l’isolamento termico per garantire un adeguato comfort termico all’interno dell’edificio, con l’applicazione di guaine al vapore e impermeabilizzanti per proteggere ulteriormente la struttura e si può prevedere uno strato di ventilazione per assicurare la corretta circolazione dell’aria. Infine, si procede con il montaggio di nuove grondaie e l’installazione degli elementi di finitura. Questa fase culmina con la posa in opera di nuove tegole o coppi, restituendo al tetto il suo aspetto originale o conferendogli una nuova vita.

Tetto antico in legno: consigli per la ristrutturazione

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Quando ci si trova di fronte alla sfida della ristrutturazione di un tetto antico in legno, è fondamentale considerare attentamente una serie di fattori cruciali per preservare la struttura originale e garantire la sua durabilità nel tempo.

In Italia è comune intervenire su tetti con una struttura portante in legno. Il legno è un materiale intrinsecamente robusto, ma è fondamentale rispettarne i limiti di carico imposti dalla copertura. Inoltre, a causa delle sue caratteristiche, il legno può subire lievi deformazioni nel corso del tempo, rendendo le superfici non sempre perfettamente planari. Nelle situazioni di restauro di tetti antichi, è frequente che la struttura in legno presenti tali piccole deformazioni, risultando in falde non completamente uniformi. Pertanto, nella scelta delle soluzioni di copertura e nella loro installazione, è essenziale evitare danni alla struttura esistente, minimizzando fori e fissaggi, e allo stesso tempo evitare di sovraccaricare la struttura stessa. L’attenzione principale deve essere concentrata sulla selezione della tipologia di copertura e sulla tecnica di posa.

Per consolidare le strutture lignee dei tetti a capriate, che rappresentano un sistema costruttivo tipico caratterizzato da una struttura triangolare, è possibile adottare una tecnica poco invasiva. Questa tecnica prevede la sostituzione di alcune parti degli elementi maggiormente degradati con elementi di “protesi” anch’essi realizzati in legno. Inoltre, è possibile inserire all’interno di alcune travi delle barre di rinforzo in acciaio inox, opportunamente dimensionate in base a un calcolo statico eseguito da un ingegnere strutturista.

Oltre al consolidamento strutturale, è importante dedicare un adeguato “restyling” per riportare il tetto antico al suo antico splendore, con un processo di levigatura del legno, un trattamento antitarlo mirato per prevenire futuri danni da insetti, l’applicazione di consolidanti e la finitura con cere speciali per le travi.

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