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Sblocco cessione del credito: ultime notizie sul Superbonus

Cosa cambia per il Bonus casa dopo il blocco alla cessione dei crediti? Vediamo le possibili soluzioni adottate dal governo per risolvere la situazione

09-03-2023 (Ultimo aggiornamento 19-02-2024)
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Alessandro Speziali

Dottore in Economia

Nel 2014 mi diplomo al Liceo Scientifico Leone XIII di Milano, e mi Iscrivo alla facoltà di Economia e Gestione Aziendale presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove conseguo la laurea triennale nel Luglio 2017. Successivamente mi iscrivo al corso di laurea magistrale di economi...
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Il Bonus casa, uno degli strumenti più importanti per la riqualificazione energetica degli edifici e la riduzione dell’impatto ambientale, è al centro del dibattito politico in questi giorni. Il governo ha infatti deciso di bloccare le cessioni e gli sconti in fattura per i bonus edilizi a partire dal 17 febbraio, suscitando le proteste di associazioni, imprese e cittadini che si sono trovati in una situazione di incertezza e difficoltà.

Martedì 7 marzo, in commissione Finanze alla Camera, maggioranza e opposizioni hanno depositato i loro correttivi al Decreto Legge, per un totale di circa 400/500 emendamenti. A fronte delle richieste di cittadini e imprese, il governo è pronto a valutare alcune concessioni per gestire il periodo transitorio e alcune situazioni particolari, come quelle venutesi a creare per Sismabonus e per i Bonus verso Iacp e Onlus. In particolare, si sta lavorando allo sblocco della cessione per caldaie e infissi, che potrebbe rappresentare un’importante novità per il Bonus casa.

Blocco cessione dei crediti ultime notizie: si lavora per sbloccare i bonus

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il Governo lavora allo sblocco dei crediti del Superbonus – Credits Photo: Shutterstock

Il Superbonus ha introdotto importanti agevolazioni per la riqualificazione energetica degli edifici, consentendo di ottenere una detrazione fiscale del 110% per gli interventi effettuati dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Dal 2023 il Superbonus è del 90% e non più del 110%.

Tuttavia, molti cittadini e associazioni si sono trovati nella situazione di non poter beneficiare del bonus a causa di vari fattori, come ad esempio il mancato rispetto delle scadenze o problemi legati alla cessione del credito. La situazione è degenerata dal 17 febbraio 2023, giorno in cui è stato emanato il Decreto tramite cui si è bloccata la cessione del credito.

A fronte di questa situazione, si prevede che saranno presentati numerosi emendamenti al decreto legge per cercare di porre rimedio alla problematica dei cosiddetti “esodati” ovvero le persone che rischiano di perdere l’agevolazione a causa dell’ultima decisione del Governo.

Il Governo ha fissato un perimetro entro il quale non vuole allontanarsi troppo, ma si è detto pronto a valutare alcune concessioni per situazioni particolari che riguardano il Sismabonus, l’Iacp e le Onlus. In particolare, si sta lavorando sulla possibilità di riattivare il meccanismo per sostenere gli interventi di ricostruzione nel cratere dell’Italia centrale, che potrebbe essere esteso anche alle altre zone colpite da calamità naturali.

Tuttavia, nonostante i tentativi di trovare soluzioni, ci sono ancora molte incertezze riguardo al futuro degli “esodati” del Superbonus. Si prevede infatti che saranno presentati più di 500 emendamenti, il che dimostra la grande complessità della questione.

La novità che potrebbe arrivare a breve per chi aspetta notizie sul Bonus: compensare il credito d’imposta attraverso il modello F24, in modo da facilitare l’accesso al bonus da parte dei cittadini.

Il Governo sta già lavorando a possibili soluzioni – anche in base alle richieste di correttivi giunte sul Tavolo negli ultimi giorni – per cercare di porre rimedio alla situazione. Vediamo le principali soluzioni che porterebbero allo sblocco dei crediti del Superbonus.

Le cartolarizzazioni: una soluzione per sbloccare i crediti incagliati

bonus casa

Blocco dei crediti del Superbonus: le soluzioni – Credits Photo: Shutterstock

In questo momento, al centro del dibattito politico ci sono due temi caldi:

  • le cartolarizzazioni per sbloccare i crediti incagliati
  • la modifica alle certificazioni SOA per poter effettuare interventi di riqualificazione energetica e di messa in sicurezza degli edifici.

Per quanto riguarda le cartolarizzazioni, si tratta di uno strumento finanziario che consente alle banche di cedere il proprio portafoglio di crediti illiquidi (prestiti, crediti commerciali, immobili) a una società terza, che emette titoli che rappresentano il valore di questi crediti.

L’ipotesi avanzata di far diventare lo Stato garante dei crediti per le cartolarizzazioni è stata però subito scartata dal governo e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, poiché questo potrebbe andare ad alimentare il debito pubblico. Tuttavia, non sono state ancora trovate soluzioni alternative per sbloccare i crediti incagliati, che rappresentano una problematica importante per il sistema bancario italiano.

Per quanto riguarda le certificazioni SOA, si sta discutendo di una possibile modifica della soglia dei lavori per i quali diventa obbligatoria, attualmente fissata a 516mila euro. Si ipotizza di ridurre la soglia di accesso a 250mila euro, ma questa decisione sembra essere esclusivamente politica e non basata su motivazioni tecniche o economiche. In ogni caso, l’obiettivo è quello di ampliare l’accesso alle imprese e facilitare l’accesso ai finanziamenti per gli interventi di riqualificazione energetica e di messa in sicurezza degli edifici. Tuttavia, anche su questo tema ci sono ancora molte incertezze e non è chiaro quale sarà la soluzione adottata.

Riapertura dello sconto in fattura

In questi giorni, un tema particolarmente dibattuto riguarda la riapertura dei termini per le cessioni e gli sconti in fattura, in particolare per i lavori privi di titoli autorizzativi come Cila o altro, e che riguardano gli interventi soprattutto di efficientamento energetico, come nel caso di chi ha optato per lo sconto in fattura ma l’installazione di caldaie, condizionatori o infissi non è avvenuta entro il 16 febbraio.

Tutti i partiti politici sono concordi nel chiedere la riapertura dei termini, per ovviare alla difficoltà incontrata da molti contribuenti che non hanno potuto beneficiare del bonus a causa del blocco delle cessioni e degli sconti in fattura.

Il governo, per cercare di trovare una soluzione a questo problema, starebbe pensando di agganciare il diritto allo sconto in fattura al pagamento dei lavori, compresi gli acconti. Tuttavia, ci sono anche contribuenti rimasti bloccati tra la sottoscrizione del preliminare di acquisto effettuata prima del decreto legge 11 e l’avvenuta registrazione del contratto da parte del notaio in data successiva al blocco delle cessioni e degli sconti in fattura.

La situazione è quindi ancora molto incerta, e non è chiaro quale soluzione verrà adottata per risolvere questo problema e permettere a tutti i contribuenti di poter usufruire del bonus per la riqualificazione energetica degli edifici.

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