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Direttiva Casa Green: confermate regole definitive, quali sono

La Direttiva Casa Green ha raggiunto la sua versione definitiva: scopriamo le nuove regole, gli obblighi ma anche le opportunità per i proprietari di case

29-01-2024
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Alessia Mancini

Content manager e blogger

Content manager e blogger, narratrice digitale appassionata di condividere idee e storie che ispirano e informano. Specializzata in interior design e tendenze del settore arredo, è affascinata da tutto ciò che riguarda il mondo della casa.
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Nell’ambito del crescente impegno verso la sostenibilità ambientale e la riduzione delle emissioni di gas serra, la Direttiva Casa Green rappresenta un importante passo avanti per l’Unione Europea e gli Stati membri. Con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento legato al patrimonio immobiliare, questa direttiva è stata più volte revisionata e aggiornata, portando alla sua versione definitiva proprio in questi giorni.

Approfondiamo le regole stabilite dalla Direttiva Casa Green e il loro impatto sull’efficienza energetica delle nostre case. Da nuovi obblighi a nuove opportunità, analizzeremo ciò che queste regole significano per il futuro degli edifici verdi e sostenibili in Europa.

Direttiva Casa Green: gli obiettivi per gli immobili residenziali

Con le recenti modifiche apportate alla Direttiva Casa Green, sono stati introdotti importanti cambiamenti per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi energetici fissati dall’Unione Europea. Meno obblighi e meno stringenti, soprattutto per quanto riguarda il raggiungimento di una specifica classe energetica entro date prestabilite, come era stato precedentemente previsto (per il residenziale, almeno la classe energetica E entro il 2030 e almeno la classe energetica D entro il 2033).

Le nuove misure stabiliscono obiettivi ambiziosi da raggiungere, ma molto più flessibili rispetto alle precedenti bozze:

  • per quanto riguarda gli edifici residenziali, è richiesta una riduzione media dell’energia primaria del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035;
  • per gli edifici non residenziali, si prevede la ristrutturazione entro il 2030 di almeno il 16% degli edifici con le prestazioni peggiori e entro il 2033 del 26% di tali edifici, attraverso l’applicazione di requisiti minimi di prestazione energetica, con l’obiettivo di contribuire complessivamente al raggiungimento del 55% della riduzione dei consumi energetici;
  • entro il 2030, solo le nuove costruzioni dovranno essere ad emissioni zero, mentre per gli edifici esistenti il termine stabilito è il 2050. Di conseguenza non sarà più necessario uniformare l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) come precedentemente proposto dall’Unione Europea.

È importante sottolineare che la bozza della Direttiva Casa Green non introduce divieti di affitto o di vendita per gli immobili che non soddisfano le nuove classi energetiche richieste. La Direttiva Casa Green si concentra invece sulla promozione dell’efficienza energetica e sulla riduzione dei consumi, senza imporre restrizioni sulla disponibilità degli immobili non conformi alle nuove normative.

Direttiva Casa Green: i lavori necessari per l’efficientamento energetico

La Direttiva Casa Green ha confermato che non è previsto alcun obbligo di ristrutturazione degli edifici esistenti entro il 2030. Questo rappresenta un cambiamento significativo rispetto alle precedenti disposizioni e pone l’accento sulla flessibilità nel raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica.

La direttiva stabilisce un obiettivo comune per tutti i Paesi europei, ma concede a ciascuno di essi la libertà di decidere come raggiungere questo obiettivo. Di conseguenza, il nostro Governo dovrà sviluppare un piano nazionale di ristrutturazione e una tabella di marcia personalizzata per raggiungere il target prefissato, tenendo conto delle specifiche esigenze e delle risorse disponibili nel nostro Paese.

Nonostante la mancanza di obblighi di ristrutturazione, restano invariati gli interventi minimi di efficientamento energetico necessari per ottenere i miglioramenti richiesti. Questi interventi includono la sostituzione del generatore di calore, l’isolamento dell’involucro dell’edificio attraverso l’applicazione di un cappotto termico e la sostituzione degli infissi.

Si discute infine l’obbligo di dotare tutti i nuovi edifici di pannelli fotovoltaici. Inizialmente, questa norma sarà applicata solamente agli edifici pubblici e a quelli non residenziali. Successivamente, a partire dal 2030, verrà estesa gradualmente anche agli edifici residenziali.

Efficientamento immobiliare: le prospettive in Italia

La Direttiva Casa Green si propone di affrontare una questione cruciale in Europa. Gli edifici rappresentano oltre un terzo delle emissioni di gas a effetto serra nell’Unione Europea e, sorprendentemente, il 75% di essi è caratterizzato da inefficienza energetica. La revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, inclusa nel pacchetto “Fit to 55%”, si propone di orientare l’Europa verso politiche più ecologiche nell’ambito edilizio.

Tuttavia, questo percorso di transizione comporta costi e impatti significativi, specialmente per l’Italia. Il nostro Paese si caratterizza per un parco immobiliare datato e una diffusa cultura della proprietà immobiliare, che coinvolge non solo le prime case ma anche numerose proprietà secondarie. In assenza di agevolazioni adeguate, i costi degli interventi “verdi” potrebbero gravare pesantemente sui cittadini.

Alberto Montanini, il presidente di Assotermica, sottolinea l’importanza di un nuovo piano di incentivi per  realizzare gli obiettivi europei e promuovere una transizione sostenibile. Questo piano dovrebbe consentire alle imprese di allinearsi con l’agenda europea e affrontare le sfide dell’efficientamento immobiliare in Italia. In tal modo, si potranno creare opportunità economiche e sostenibili nel settore dell’edilizia, contribuendo allo sforzo congiunto di ridurre l’impatto ambientale e raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti dall’Unione Europea.

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