Pioggia di sabbia su pannelli fotovoltaici: come prevenirla
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La sabbia del Sahara può danneggiare i pannelli fotovoltaici: come prevenire i rischi

La sabbia del Sahara può rovinare i pannelli fotovoltaici e solari: ecco come prevenire la patina marrone e i pericolosi micro-graffi che rovinano il rendimento

09-05-2025
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Content Manager, specializzata in strategia e produzione di contenuti editoriali. Dopo la laurea in letterature straniere e la specializzazione in editoria, si concentra sulla scrittura per il web. Da oltre tre anni si occupa del settore edilizio e immobiliare, con particolare riferimento a incentiv...
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I pannelli fotovoltaici sono sempre più diffusi nelle case degli italiani: parliamo di sistemi estremamente innovativi ma anche delicati che rischiano di essere danneggiati da diverse problematiche, tra queste spicca la sabbia sahariana. La cosiddetta “pioggia di sabbia” avviene quando il vento trasporta materiale dal deserto del Sahara fino all’Europa, mescolandosi spesso con altri detriti e integrandosi ad altri agenti atmosferici come la pioggia. Il risultato? Uno strato marrone che si sviluppa gradualmente sopra i pannelli solari e fotovoltaici, che può ridurre l’efficienza fino al 30%.

Vediamo subito come prevenire il problema.

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Come la sabbia sahariana danneggia i pannelli solari

Negli ultimi anni, sono aumentati i venti caldi che trasportano sabbia e polveri sottili dal deserto africano verso l’Europa, creando un sottile strato di particelle che si deposita su superfici come auto, finestre e, purtroppo, pannelli solari e fotovoltaici.

Lo strato di sabbia ostacola il corretto passaggio della luce solare, compromettendo l’assorbimento dell’irraggiamento e, di conseguenza, la resa energetica dei pannelli. A risentirne maggiormente sono le aree mediterranee, come il Sud Italia, la Spagna e la Francia meridionale, dove questi eventi risultano particolarmente frequenti.

Il problema principale è che anche un sottile strato di sabbia può ridurre significativamente l’efficienza dei moduli fotovoltaici. Nei casi più estremi, la perdita di rendimento può arrivare fino al 30%, un calo che si traduce da una parte in un minore risparmio economico, dall’altra in una maggiore manutenzione, necessaria per garantire il pieno funzionamento dell’impianto.

Inoltre, le particelle di sabbia possono diventare abrasive. Quando si depositano sulla superficie in vetro dei pannelli, possono causare micrograffi che, se non gestiti tempestivamente, possono aggravarsi nel tempo. Ad esempio, un impianto da 3 kW situato in Sicilia ha registrato una perdita del 12% di efficienza nei giorni successivi a una pioggia di sabbia, recuperata solo dopo una pulizia accurata dei pannelli fotovoltaici.

Come proteggere i pannelli solari dalla sabbia del Sahara

Manutenzione, pulizia e prevenzione diventano quindi fondamentali per chi vive in zone ad alto rischio come l’Italia del Sud e il Mezzogiorno. Se vivi in una zona dove questo fenomeno è frequente ti consigliamo di seguire questi consigli:

  • durante l’installazione è consigliabile un’inclinazione del pannello superiore a 15 gradi che, grazie alla gravità, facilità la caduta della sabbia verso il basso anche grazie alla pioggia.
  • optare per rivestimenti autopulenti o trattamenti nano-coating che riducono l’adesione delle particelle di polvere.
  • monitorare la produzione individuando subito eventuali cali improvvisi di efficienza, un segnale che può significare un accumulo di sabbia.
  • effettuare pulizie periodiche dell’impianto fotovoltaico con acqua demineralizzata e panni morbidi, evitando detergenti aggressivi.
  • evitare pulizie durante le ore più calde per prevenire shock termici al vetro dei pannelli.

Investire in una manutenzione costante può sembrare oneroso, ma i benefici a lungo termine in termini di efficienza e durata dei moduli fotovoltaici rendono questi interventi necessari per garantire il massimo rendimento energetico.

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