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Registrazione atti: quando è obbligatoria e quanto costa

Assieme all’imposta sul valore aggiunto, l’imposta di registro è una delle imposte indirette più popolari. Venne istituita con il decreto 131/86 in cui alla tariffa allegata sono indicati tutti gli atti soggetti all’imposta. Tali atti possono essere scritti, ma l’imposta può essere applicata anche a contratti di tipo verbale. Gli atti assoggettati all’imposta di registro possono essere a titolo oneroso, come ad esempio le compravendite, oppure atti dichiarativi, come la nomina di un soggetto che vanta un diritto reale su un bene, oppure anche atti gratuiti. Ma quali sono, nello specifico, gli atti soggetti a registrazione e come si registra un atto? Scoprilo di seguito.

Quali sono gli atti soggetti a registrazione?

La registrazione di un atto, in base all’art.5, può essere obbligatoria, d’ufficio o volontaria. Come già anticipato, gli atti soggetti a registrazione includono sia gli atti scritti che i contratti verbali. Negli atti scritti soggetti a registrazione rientrano:

  • Atti pubblici, redatti da un notaio o da un altro pubblico ufficiale;
  • Scritture private autenticate, con la sottoscrizione autenticata da un pubblico ufficiale;
  • Scritture private stipulate e sottoscritte liberamente dalle parti ma non autenticate.

Mentre nei contratti verbali rientrano quelli che riguardano la locazione, l’affitto di beni immobili presenti sul territorio dello Stato, le cessioni, le risoluzioni, le proroghe (comprese quelle tacite), contratti inerenti il trasferimento o l’affitto di aziende, gli atti verbali che comportano la costituzione e/o il trasferimento di diritti reali di godimento sulle aziende, ecc.

 

Gli atti che rientrano nella registrazione obbligatoria si dividono a loro volta in atti soggetti a registrazione in termine fisso e atti soggetti a registrazione in caso d’uso. I primi devono essere registrati entro un determinato periodo a partire dalla data di formazione dell’atto, mentre i secondi sono atti che vengono depositati presso amministrazioni dello Stato o presso uffici di enti locali o cancellerie dei tribunali.

Come registrare un atto?

Per effettuare la registrazione di un atto occorre compilare un modulo specifico, chiamato modello 69 e attestare l’avvento del pagamento inserendo il modello compilato e l’elenco degli atti da registrare. Gli atti pubblici e le scritture private autenticate necessitano di una copia conforme, mentre quelli sui diritti immobiliari una copia in carta libera. Per quanto riguarda invece le scritture private autenticate occorre presentare l’originale in bollo e una copia in carta semplice.

 

Col fine di smaltire più velocemente gli arretrati ed evitare di costringere le persone a recarsi materialmente in ufficio, negli ultimi tempi è possibile effettuare una registrazione telematica. È possibile registrare con questa pratica gli atti relativi ai diritti sugli immobili e i contratti di locazione immobiliare. Il notaio ha l’obbligo di effettuare la registrazione telematica per gli atti di compravendita, gli atti di cessione e di costituzione di diritti reali sugli immobili e quelli che riguardano le accettazioni di eredità espresse o tacite. Invece per gli atti riguardanti i mutui o le costituzioni di garanzie reali la registrazione telematica è solamente facoltativa.

 

Anche per i soggetti che locano oltre 100 immobili la registrazione telematica è obbligatoria. In questo caso è possibile presentare il modello telematico ed effettuare il pagamento attraverso il versamento di un F24. L’amministrazione dovrà poi fornire una ricevuta che attesti la ricezione della documentazione e del pagamento.

I termini per la registrazione degli atti

I termini massimi per effettuare la registrazione variano a seconda della natura dell’atto. Gli atti di locazione, se stipulati in Italia, devono essere registrati entro 20 giorni, mentre il termine ultimo per quelli stipulati all’estero è di 60 giorni.

 

Gli atti soggetti all’approvazione della pubblica amministrazione oppure all’omologazione dell’autorità giudiziaria invece devono essere registrati entro 20 giorni a decorrere da quando i notai hanno avuto la conoscenza del provvedimento di approvazione o omologazione, cioè il giorno in cui l’atto è divenuto eseguibile. Per questo motivo, i cancellieri o i funzionari che hanno effettuato il provvedimento di omologazione dell’atto hanno l’obbligo di darne notizia entro 5 giorni a mezzo lettera raccomandata oppure con un avviso di ricevimento.

Quanto costa l’imposta di registro?

Il pagamento dell’imposta varia a seconda dell’atto da registrare e può essere: in misura proporzionale oppure in misura fissa. Nel primo caso viene applicata l’aliquota contenuta nella tariffa, moltiplicata per la base imponibile. Mentre l’imposta fissa è pari a 168 €, ad eccezione di alcuni atti.

 

I costi di registrazione andranno poi a sommarsi alla parcella del professionista a cui ti rivolgerai per sbrigare le pratiche necessarie per la registrazione dell’atto.

 

Sei alla ricerca di un professionista che offra il servizio di registrazione atti e non sai a chi rivolgerti? Vuoi sapere quanto ti verrebbe a costare effettuare la registrazione di un atto? Ottieni un preventivo gratuito tramite PG Casa e scegli la miglior soluzione per te!

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