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Sanzioni per una fossa biologica non a norma

In questo breve articolo vedremo come funziona una fossa biologica, come ottenere l'autorizzazione e quali sono le sanzioni se non è a norma. Scopri di più

22-10-2019 (Ultimo aggiornamento 26-02-2024)

Silvia Baldassarre

Avvocato Civilista

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Chi abita in zone non servite dalla rete fognaria conosce bene la fossa biologica molto bene. Infatti, la fossa biologica, o fossa settica, è una alternativa alla fognatura studiata per quei luoghi dove, appunto, la rete di scarico delle acque reflue non è presente.

Si tratta generalmente di zone di montagna o di campagna e di piccoli comuni, dove i costi per la costruzione della rete di fognatura sarebbero molto elevati e la scarsa presenza di immobili non è sufficiente a giustificare la spesa.

Tuttavia, proprio per il tipo di funzione che svolge, è molto importante che la fossa biologica sia a norma e che ne venga effettuata periodicamente la corretta manutenzione, non solo per evitare sanzioni, ma anche per una questione di igiene pubblica.

Fossa biologica non a norma: sanzioni

Una fossa biologica non a norma può essere sanzionata, e con sanzioni anche salate.

La normativa di riferimento è, anche in questo caso, è il D. Lgs. 152/2006 e successive modifiche, Testo Unico Ambientale. Gli artt. 124 -125, infatti, prevedono che gli scarichi debbano essere preventivamente autorizzati e debbano rispettare i valori limite.

Le sanzioni possono essere molto elevate e sono previste nel dettaglio all’art. 133 del Testo Unico Ambientale.

In alcuni casi, come per esempio per mancata pulizia e manutenzione di fossa biologica, si può configurare anche la violazione dell’art. 674 del codice penale che considera passibile di ammenda (nei casi più gravi anche di arresto) “chiunque getta o versa, in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone”.

Come funziona la fossa settica

La fossa biologica è una vasca collegata alle tubature dell’immobile da cui riceve le acque di scarico nere e grigie. Si tratta cioè degli scarichi del bagno e della cucina. Non comprende invece gli scarichi delle acque piovane convogliate dalle grondaie.

Per la fossa biologica la normativa prevede che debba essere interrata almeno a un metro e venti centimetri di profondità e a un metro di distanza dalle fondamenta del terreno. Ovviamente deve essere posizionata esternamente ai muri dell’immobile, in quanto deve essere ispezionabile.

Esistono diverse tipologie di vasche, anche a seconda del periodo in cui sono state posate: le più utilizzate sono quelle in cemento, ma recentemente si è iniziato a usare quelle in vetroceramica, più resistenti anche di quelle in plastica.

Per quanto riguarda il modo di funzionare, ci sono due tipologie di fossa:

Come ottenere l’autorizzazione per la fossa biologica

Tutti gli scarichi devono essere autorizzati dal comune di appartenenza dell’immobile prima di essere attivati. Questo significa che anche per poter installare e utilizzare la fossa biologica si deve essere in possesso di autorizzazione.

La richiesta va fatta al comune di competenza, – alla Regione nel caso di acque reflue industriali – ma, a seconda dei regolamenti comunali e della situazione specifica, può essere richiesta una documentazione diversa. La normativa di riferimento è D.Lgs. 152/2006 Testo Unico in materia Ambientale, al quale si aggiungono le normative locali. In alcune Regioni è necessario inviare per conoscenza la documentazione anche all’agenzia per la protezione ambientale.

In linea di massima bisogna allegare:

L’autorizzazione ha una validità di 4 anni, dopodiché deve essere richiesto il rinnovo. In attesa del rinnovo, può essere comunque utilizzata la fossa mantenendo le indicazioni contenute in quella precedente.

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