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Cos'è una ristrutturazione di secondo livello e quando si attiva

Hai mai pensato di trasformare la tua casa? Scopri tutto sulla ristrutturazione di secondo livello: cos'è, quali lavori include e come gestire burocrazia e costi per dare nuova vita al tuo immobile, migliorandone efficienza e valore.

26-09-2025
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Sognare una casa che rispecchi appieno il tuo stile di vita è un desiderio comune. Magari hai acquistato un immobile datato che ha bisogno di nuova linfa, o semplicemente vuoi ridisegnare gli spazi per renderli più funzionali. Ma tra i tanti termini tecnici e le diverse tipologie di intervento, capire da dove iniziare può sembrare una sfida insormontabile. La chiave per realizzare la casa dei tuoi sogni è la ristrutturazione di secondo livello. Ma cosa significa esattamente? Vediamo cosa comporta e quali sono gli aspetti da considerare per trasformare la tua visione in realtà.

Che cos’è la ristrutturazione di secondo livello?

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Quando parliamo di ristrutturazione di secondo livello, ci riferiamo a un tipo di intervento che va ben oltre la semplice manutenzione ordinaria. A differenza di una pittura delle pareti o della sostituzione di un lavandino, che rientrano in una manutenzione di primo livello, la ristrutturazione di secondo livello implica una trasformazione più profonda e strutturale. Si tratta di quei lavori che modificano in maniera significativa la distribuzione degli spazi interni, intervenendo su impianti, tramezzi e persino sulle facciate dell’edificio. In pratica, è un’operazione che richiede un progetto ben definito e l’assistenza di un professionista.

Le caratteristiche della ristrutturazione di secondo livello

Il D.Lgs. 192/2005 definisce nel dettaglio quando un progetto può rientrare nella categoria di “ristrutturazione importante“. Si considera ristrutturazione importante di secondo livello un intervento che riguarda più del 25% della superficie disperdente lorda dell’involucro edilizio, senza necessariamente modificare l’impianto termico. In pratica, la gran parte degli interventi che prevedono l’isolamento delle strutture opache (come pareti e tetti) ricade in questa categoria. Solo se i lavori interessano meno del 25% della superficie disperdente si parla di una più semplice riqualificazione dell’involucro.

La distinzione diventa ancora più netta quando si valuta l’impianto. Se i lavori interessano più del 50% della superficie disperdente e al contempo si sostituisce l’impianto termico, si rientra nella ristrutturazione importante di primo livello, che prevede requisiti più stringenti. Viceversa, se l’intervento riguarda oltre il 50% dell’involucro ma non si tocca l’impianto, si resta nel secondo livello. Conoscere queste distinzioni è fondamentale perché la normativa richiede specifici requisiti di efficienza energetica da rispettare, garantendo una maggiore sostenibilità e permettendo di accedere a specifici bonus fiscali legati alla riqualificazione energetica.

Interventi ammessi e lavori possibili nella ristrutturazione di secondo livello

La ristrutturazione di secondo livello è un’opportunità per ridisegnare gli spazi e modernizzare la tua abitazione. Questo tipo di intervento va oltre il semplice abbellimento e ti permette di intervenire in modo significativo sulla struttura interna e sugli impianti.

I lavori più comuni che rientrano in questa categoria sono:

Questi interventi, se eseguiti con un progetto chiaro e l’aiuto di un professionista, ti consentono di creare un ambiente non solo più bello, ma anche più funzionale, confortevole ed efficiente dal punto di vista energetico.

Vantaggi e svantaggi della ristrutturazione di secondo livello

Il principale vantaggio di un intervento di questo tipo è la possibilità di valorizzare in modo significativo l’immobile, rendendolo più funzionale, moderno ed efficiente. Non solo si migliora la qualità della vita, ma si aumenta anche il suo valore di mercato. D’altra parte, gli svantaggi sono legati ai costi più elevati, ai tempi di realizzazione più lunghi e alla complessità burocratica. È un percorso che richiede pazienza e un investimento iniziale maggiore, ma i risultati a lungo termine giustificano pienamente lo sforzo.

I permessi necessari e le normative da seguire

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L’iter burocratico dipende dalla natura dei lavori: per interventi che non modificano la struttura portante, come lo spostamento di tramezzi, è sufficiente la CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata), che deve essere redatta da un tecnico abilitato (architetto o geometra). Per lavori più complessi che riguardano le parti strutturali, è necessaria la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). È fondamentale affidarsi a un professionista per la gestione di queste pratiche, garantendo la conformità del progetto alle normative urbanistiche e di sicurezza.

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