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Installare il fotovoltaico a terra: come fare, normativa e autorizzazioni

Vuoi scoprire come funziona davvero un impianto fotovoltaico a terra? In questa guida trovi vantaggi, normativa, autorizzazioni e tutte le fasi dalla progettazione alla realizzazione, per capire se è la scelta giusta per te.

18-08-2025

Studio architettura Loft Canova

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Negli ultimi anni, la crescente sensibilità verso le tematiche ambientali e l’aumento dei costi energetici hanno spinto sempre più persone e aziende a valutare l’installazione di impianti fotovoltaici. Mentre la maggior parte pensa immediatamente ai pannelli sui tetti, esiste un’alternativa altrettanto valida e spesso più vantaggiosa: il fotovoltaico a terra.

Tuttavia, installare un impianto fotovoltaico a terra non è semplice come posare pannelli su un tetto. Richiede una conoscenza approfondita della normativa vigente, un iter autorizzativo specifico e una pianificazione accurata che tenga conto di molteplici aspetti tecnici, economici e ambientali.

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Cos’è un impianto fotovoltaico a terra?

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Un impianto fotovoltaico a terra è un sistema di pannelli solari installati direttamente sul suolo, anziché sui tetti degli edifici. Questa tipologia di installazione offre numerosi vantaggi, tra cui maggiore facilità di manutenzione, possibilità di orientamento ottimale e capacità di installare impianti di grandi dimensioni.

Gli impianti a terra possono variare da piccole installazioni domestiche di 3-6 kW fino a grandi centrali fotovoltaiche di diversi MW (megawatt). La scelta della potenza dipende dalle esigenze energetiche e dallo spazio disponibile, considerando che ogni kW installato richiede mediamente 8-10 metri quadrati di superficie.

Fotovoltaico a terra: cosa dicono le norme?

Il quadro normativo per gli impianti fotovoltaici a terra è definito principalmente dal Decreto Legislativo 387/2003, che stabilisce le linee guida nazionali per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili. La normativa prevede diverse procedure autorizzative in base alla potenza installata, con iter progressivamente più complessi all’aumentare delle dimensioni dell’impianto.

Per gli impianti fino a 20 kW è sufficiente la Procedura Abilitativa Semplificata (PAS), che consente tempi di autorizzazione relativamente rapidi. Gli impianti di potenza compresa tra 20 kW e 1 MW richiedono l’Autorizzazione Unica (AU), un procedimento più articolato che coinvolge diversi enti. Per installazioni superiori a 1 MW è necessaria la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), con un iter autorizzativo che può richiedere diversi mesi di istruttoria.

Le Linee Guida Nazionali del 2010 definiscono inoltre le aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti fotovoltaici. Sono considerate non idonee le aree naturali protette, le zone di particolare pregio paesaggistico, i terreni agricoli di particolare valore e le aree soggette a vincoli idrogeologici.

Autorizzazioni necessarie in base alla potenza

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La complessità dell’iter autorizzativo varia significativamente in funzione della potenza dell’impianto. Per installazioni fino a 20 kW, tipicamente impianti residenziali da 3-6 kW o piccoli impianti commerciali, è sufficiente presentare una Comunicazione al Comune tramite SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). Questo procedimento richiede anche la denuncia di inizio lavori all’ufficio tecnico comunale e la verifica di eventuali vincoli paesaggistici qualora l’area fosse sottoposta a tutela. La connessione alla rete avviene tramite semplice richiesta al distributore locale.

Gli impianti di media taglia, compresi tra 20 kW e 1 MW, come quelli commerciali da 50 kW, 100 kW o 200 kW, richiedono l’Autorizzazione Unica rilasciata dalla Regione. Questo procedimento prevede uno studio di impatto ambientale semplificato, il parere dell’ente gestore della rete elettrica e, quando necessaria, la valutazione di incidenza ambientale. I tempi di autorizzazione possono variare da tre a sei mesi, a seconda della complessità del progetto e dell’efficienza dell’ente competente.

Per i grandi impianti oltre 1 MW, che possono raggiungere decine di MW, è obbligatoria la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) completa. Questo iter prevede l’Autorizzazione Unica regionale con conferenza di servizi, uno studio dettagliato dell’impatto ambientale e paesaggistico, e l’autorizzazione specifica alla costruzione e all’esercizio dell’impianto. I tempi possono estendersi anche oltre l’anno, considerando le diverse fasi di valutazione e le eventuali prescrizioni da ottemperare.

Come realizzare un impianto: dalla progettazione all’esercizio

La realizzazione di un impianto fotovoltaico a terra inizia con una fase di valutazione preliminare che comprende l’analisi dettagliata del sito. È fondamentale verificare l’irraggiamento solare della zona, la morfologia del terreno e l’assenza di ombreggiamenti che potrebbero compromettere le prestazioni dell’impianto. Il dimensionamento ottimale dipende dalle esigenze energetiche specifiche: per un’abitazione media potrebbero essere sufficienti 6 kW, mentre per piccole aziende si potrebbe optare per 50 kW o più.

La fase di progettazione inizia con la definizione del layout ottimale e la scelta dei componenti principali: pannelli fotovoltaici, inverter e strutture di supporto. Il progetto esecutivo deve includere tutti gli elaborati tecnici dettagliati, compresi i calcoli strutturali e le verifiche di sicurezza. La relazione tecnica descrive le caratteristiche dell’impianto e giustifica le scelte progettuali, mentre gli elaborati grafici forniscono planimetrie, sezioni e particolari costruttivi necessari per la realizzazione.

L’iter autorizzativo procede con la presentazione della domanda all’ente competente: Comune per impianti fino a 20 kW, Regione per potenze superiori. La documentazione tecnica deve essere completa e accurata, includendo progetti, relazioni e certificazioni. I tempi di attesa variano significativamente: da 30 giorni per la SCIA fino a 180 giorni per l’Autorizzazione Unica, con possibili richieste di integrazioni che possono allungare ulteriormente i tempi.

La fase di realizzazione inizia con la preparazione del terreno, che può richiedere livellamento e l’eventuale realizzazione di sistemi di drenaggio. L’installazione delle strutture di supporto richiede particolare attenzione alle fondazioni, che devono garantire stabilità e durata nel tempo. Il montaggio dei pannelli fotovoltaici deve seguire rigorosamente le specifiche tecniche, mentre le connessioni elettriche richiedono personale specializzato per garantire sicurezza ed efficienza. La recinzione dell’area e l’installazione dei sistemi di sicurezza completano la fase costruttiva.

Infine c’è il collaudo tecnico, che ha l’obiettivo di verificare il corretto funzionamento di tutti i componenti dell’impianto, mentre il rilascio delle certificazioni di conformità è necessario per l’allaccio alla rete.

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