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Cartelli di videosorveglianza: dove posizionarli e cosa scrivere

L'esposizione dei cartelli di videosorveglianza è soggetta a norme precise e severe, specie in materia di privacy: scopri dove metterli e cosa scrivere

25-07-2021 (Ultimo aggiornamento 21-02-2024)
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Silvia Baldassarre

Avvocato Civilista

Silvia Baldassarre si è laureata a pieni voti in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Milano con tesi in materia di diritto internazionale. Ha maturato la propria esperienza professionale in diversi studi civilistici di Milano occupandosi dei vari aspetti della materia, dalla responsa...
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Nel mondo odierno, la videosorveglianza è diventata una parte essenziale della nostra vita quotidiana. Le telecamere di sicurezza sono installate ovunque, dai centri commerciali alle strade cittadine, per garantire la sicurezza delle persone e la protezione delle proprietà.

Tuttavia, l’uso di telecamere di videosorveglianza porta con sé una serie di responsabilità e doveri legali. È fondamentale non solo installare le telecamere in modo strategico ma anche informare i cittadini sulla loro presenza attraverso l’uso di cartelli adeguati. Scopriamo perché è importante posizionare i cartelli di videosorveglianza in modo corretto, cosa scrivere e le norme legali che tutti dovrebbero conoscere quando si tratta di videosorveglianza in spazi comuni.

Quando si è obbligati esporre il cartello di videosorveglianza?

Dove posizionare i cartelli di videosorveglianza

Shutterstock

La sentenza della Corte Suprema di Cassazione del 2 settembre 2015 ha stabilito che la ripresa di immagini con una telecamera o con un videocitofono, anche se non registrate, ma solo visibili su monitor, costituisce trattamento dei dati personali, in quanto attesta la presenza di determinati soggetti in uno specifico luogo. In sostanza, quindi, videosorvegliare un ambiente significa automaticamente trattare i dati personali di coloro che vengono ripresi, i quali, per tale ragione, devono obbligatoriamente essere informati del fatto.

Dunque, il cartello di videosorveglianza è obbligatorio e deve essere realizzato tenendo conto di alcuni principi fondamentali stabiliti dal Garante. Esso ha la funzione di avvertire con immediatezza della presenta delle telecamere, ma non è sufficiente. Infatti, il Garante ha previsto che l’informativa rinvii ad un testo completo, contenente tutti gli elementi previsti dall’articolo 13 del D.Lgs n. 196/03, e che sia reso disponibile agli interessati con modalità agevoli e non onerose.

La mancata o errata presenza di cartelli informativi può comportare gravi sanzioni amministrative, che vanno da 6 mila a 36 mila euro. Generalmente, le forme più diffuse di inidoneità dell’informativa sono:

  • l’errata collocazione del cartello, che va posizionato prima del raggio d’azione delle telecamere;
  • la sua mancata compilazione, con l’indicazione del titolare e della finalità.

Per riepilogare, dunque, si può affermare, che durante l’installazione di un impianto di videosorveglianza, va prestata particolare attenzione alla corretta collocazione della cartellonistica riguardante l’informativa sulla videosorveglianza, pena gravi sanzioni amministrative pecuniarie. Se stai installando una telecamera in negozio, sarai tenuto a informare i dipendenti e dovrai prima ottenere il permesso dell’ispettorato del lavoro o del sindacato.

Quando le telecamere violano la privacy?

Chi ha deciso di installare un sistema di videosorveglianza deve fare i conti con le novità legate al tema GDPR (General Data Protection Regulation), in italiano Regolamento generale sulla protezione dei dati. Si tratta del più importante regolamento dell’Unione europea in materia di trattamento dei dati personali e di privacy, adottato il 27 aprile 2016 e recepito dall’Italia con la propria legge sulla privacy a fine 2020. Se le regole sopra riportate continuano a valere, infatti, dal 5 dicembre 2020 sono state apportate alcune novità molto importanti nell’ambito della cartellonistica di videosorveglianza.

Un individuo che entri in un’area videosorvegliata dovrebbe infatti, oltre essere informato sulla presenza delle telecamere e sulla loro ubicazione, poter accedere tramite link o QR code a un’informativa completa sulla protezione dei dati. Il link dovrà infatti portare al sito del Garante o a una pagina dedicata creata appositamente dall’azienda installatrice.

Oltre a questo, sarà anche necessario che il cartello contenga nuove informazioni dedicate al trattamento dei dati in relazione ai cartelli sulle telecamere a circuito chiuso. Nella fattispecie:

  • Da chi viene effettuata la registrazione, ovvero il nome dell’azienda o del negozio, o del privato cittadino;
  • Quanto a lungo verrà conservata la registrazione, tenendo presente che queste non possono essere conservate per più di 72 ore salvo specifiche motivazioni;
  • La motivazione della registrazione e altre specifiche, come ad esempio se il filmato sarò inviato a qualcuno, come un’agenzia di videosorveglianza, o se le immagini vengono filmate ma non registrate;
  • I diritti della persona interessata.

Cosa scrivere sul cartello di avviso di videosorveglianza?

Shutterstock

Il Garante ha indicato un modello semplificativo di informativa, il quale deve essere reso visibile prima di accedere all’area oggetto delle riprese e deve riportare il nome del titolare del trattamento e la finalità perseguita. 

Tuttavia, non ha riportato indicazioni specifiche in merito al numero, al posizionamento o alle dimensioni del cartello di videosorveglianza, ma ha dettato solo alcuni principi fondamentali:

  • nei luoghi ripresi o nelle immediate vicinanze, non necessariamente a contatto con la telecamera, deve esserci un cartello di videosorveglianza a norma con un formato e un posizionamento tale da essere chiaramente visibile in ogni condizione di illuminazione ambientale, anche quando l’impianto di videosorveglianza sia attivo in orario notturno;
  • le dimensioni di un cartello di videosorveglianza possono essere variabili, purché le scritte siano ben leggibili. Un pannello da 20×30 centimetri potrebbe già svolgere egregiamente il suo lavoro.

Inoltre, il Garante si è pronunciato a favore della possibilità di inglobare un simbolo od una stilizzazione di esplicita ed immediata comprensione, eventualmente diversificati, al fine di informare se le immagini siano solo visionate e non anche registrate. Tuttavia, ha definito anche che il cartello videosorveglianza debba segnalare se il trattamento dei dati avvenga tramite sistemi di videosorveglianza direttamente collegati alle Forze di Polizia, attraverso l’aggiunta di un’icona esemplificativa.

Cartelli di videosorveglianza: quando uno non basta

Nel caso in cui l’area soggetta a telecamere sia estesa o vengano utilizzati più dispositivi di videosorveglianza, il Garante ha stabilito che si debba, invece, valutare l’opportunità di mettere più cartelli. Online è possibile ritrovare esempi di cartello di videosorveglianza da stampare. La stampa può essere effettuata su carta comune o su cartoncino e, per conferirgli una maggiore resistenza e durata nel tempo, se ne consiglia la plastificazione.

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Domande frequenti:

  • Cosa si deve scrivere sul cartello di videosorveglianza?

    Un cartello di videosorveglianza deve contenere indicazioni sulla presenza di telecamere, un link alla normativa, le motivazioni della registrazione e quanto a lungo sarà conservata.

  • A chi sporgere denuncia per mancata esposizione cartello videosorveglianza?

    Puoi sporgere denuncia per mancata esposizione di un cartello di videosorveglianza al dipartimento di polizia locale.

  • Dove si comprano i cartelli di videosorveglianza?

    Puoi acquistare un cartello di videosorveglianza in qualsiasi negozio di fai da te, sia online che localmente nel tuo store preferito.

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