Hai ristrutturato casa col bonus? Ora hai più tempo per cambiare residenza, ecco le novità
Hai paura di perdere il bonus ristrutturazione del 50% per il cambio residenza? Le nuove regole dell'Agenzia delle Entrate ti danno più tempo. Scopri come.
- Le nuove regole per la detrazione maggiorata: cosa cambia
- Cantieri lunghi e spese immediate: come funziona il principio di cassa
- Come gestire la dichiarazione dei redditi durante i lavori
- I controlli fiscali e le conseguenze del mancato trasferimento
- Le alternative: dichiarazione integrativa come strategia cautelativa
- Tempistiche per il cambio di residenza: le indicazioni dell'Agenzia
- Le nuove regole per la detrazione maggiorata: cosa cambia
- Cantieri lunghi e spese immediate: come funziona il principio di cassa
- Come gestire la dichiarazione dei redditi durante i lavori
- I controlli fiscali e le conseguenze del mancato trasferimento
- Le alternative: dichiarazione integrativa come strategia cautelativa
- Tempistiche per il cambio di residenza: le indicazioni dell'Agenzia
Stai ristrutturando casa con i bonus edilizi ma temi di perdere la detrazione del 50% perché non riesci a trasferire subito la residenza? Finalmente arriva una notizia che cambierà le carte in tavola. L’Agenzia delle Entrate ha definitivamente chiarito che puoi beneficiare della detrazione maggiorata anche se il cambio di residenza avviene solo al termine di cantieri che durano anni. Una vera e propria svolta per migliaia di proprietari alle prese con ristrutturazioni complesse e tempi di realizzazione prolungati.
Le nuove regole per la detrazione maggiorata: cosa cambia
La normativa vigente prevede detrazioni differenziate a seconda che l’immobile costituisca o meno l’abitazione principale del contribuente. Per il 2025, chi effettua lavori sulla propria prima casa può beneficiare di una detrazione del 50%, mentre per le altre abitazioni l’aliquota scende al 36%. Dal 2026-2027, le percentuali si ridurranno rispettivamente al 36% e 30%.
Il punto di svolta arriva con la conferma dell’Agenzia delle Entrate, espressa nella circolare 8/E, che ribadisce quanto già stabilito per il Superbonus: la detrazione maggiorata spetta anche quando l’immobile diventa abitazione principale solo alla conclusione dei lavori. Questo principio vale indipendentemente dalla durata del cantiere e rappresenta un importante vantaggio per chi deve gestire ristrutturazioni complesse.
Cantieri lunghi e spese immediate: come funziona il principio di cassa
Un aspetto fondamentale della nuova interpretazione riguarda l’applicazione del principio di cassa per le persone fisiche. Questo significa che la detrazione si applica nell’anno in cui la spesa viene effettivamente sostenuta, non quando i lavori si concludono.
Consideriamo un esempio concreto: se erediti una casa e avvii un restauro conservativo a settembre 2025, presentando regolare CILA, ma il cantiere si protrae fino a novembre 2026, tutte le spese sostenute nel 2025 beneficeranno della detrazione del 50%. Questo vale anche se al momento della dichiarazione dei redditi (primavera 2026) non avrai ancora trasferito la residenza nell’immobile.
La regola si estende anche alle spese anticipate rispetto all’avanzamento delle opere, offrendo ulteriore flessibilità nella gestione finanziaria del cantiere.
Come gestire la dichiarazione dei redditi durante i lavori
La gestione pratica della dichiarazione richiede alcune accortezze specifiche a seconda della modalità scelta per la presentazione. Qui si aprono due strade:
- compilazione autonoma. Chi procede autonomamente può indicare direttamente la detrazione del 50% nella dichiarazione precompilata, dove troverà già elencate le spese sostenute tramite bonifico per recupero edilizio.
- Assistenza fiscale. Chi si rivolge a CAF o professionisti dovrà probabilmente fornire un’autocertificazione che attesti l’intenzione di stabilire la residenza nell’immobile al termine dei lavori. Si tratta di una procedura simile a quella prevista per la detrazione degli interessi sul mutuo per l’acquisto della prima casa.
I controlli fiscali e le conseguenze del mancato trasferimento
L’Agenzia delle Entrate mantiene la facoltà di effettuare controlli, ma solo dopo la conclusione effettiva del cantiere. Se dovesse emergere che l’immobile non è stato effettivamente adibito ad abitazione principale, il Fisco procederà al recupero della differenza di detrazione (14% per le spese 2025) con l’applicazione di sanzioni e interessi.
È importante sottolineare che queste conseguenze ricadono interamente sul contribuente e non sull’intermediario fiscale, trattandosi della mancanza di un requisito sostanziale del bonus.
Le alternative: dichiarazione integrativa come strategia cautelativa
Per chi preferisce un approccio più prudente, esiste la possibilità di presentare inizialmente la dichiarazione con la detrazione base del 36%, per poi procedere con una dichiarazione integrativa una volta trasferita la residenza. Questa strategia, pur rappresentando un “eccesso di cautela” secondo la normativa vigente, può offrire maggiore tranquillità.
Al contrario, se al termine dei lavori risultasse impossibile trasferire la residenza, il contribuente può ricorrere al ravvedimento operoso, presentando una dichiarazione integrativa “a favore del Fisco” e beneficiando di sanzioni ridotte.
Tempistiche per il cambio di residenza: le indicazioni dell’Agenzia
Benché né la legge né le circolari specifichino un termine preciso per il trasferimento della residenza, l’Agenzia delle Entrate fornisce un’indicazione attraverso le regole sui “bonus acquisti“: l’immobile deve essere adibito ad abitazione principale entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi relativa all’anno di conclusione dei lavori.
Le nuove regole non si limitano al Bonus ristrutturazione, ma si estendono anche all’Ecobonus ordinario. Una FAQ ENEA del 2019 conferma che, anche per gli interventi di efficientamento energetico, è possibile iniziare a detrarre immediatamente le spese sostenute, completando poi la documentazione necessaria al termine del cantiere.
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