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Smaltimento rifiuti della fossa biologica: cosa prevede la Legge

Lo smaltimento dei rifiuti della fossa biologica è un'operazione cruciale da affidare a una ditta di spurgo competente e abilitata, che faccia tutto a norma di legge

01-08-2022
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spurgo di fosse biologiche

Quando la fossa biologica viene pulita, l’impresa incaricata deve occuparsi anche dello smaltimento dei rifiuti attenendosi alle normative in materia. Questo tipo di attività è di cruciale importanza, non solo per evitare inquinamento e problemi ambientali, ma anche per prevenire sanzioni e penali, visto che il tema rifiuti è molto delicato.

Ma quali sono gli elementi a cui fare attenzione? Cosa dice la Legge sul corretto smaltimento di rifiuti della fossa biologica? Rispondere a queste domande permette di capire quando è il caso di contattare una ditta di spurgo e pulizia delle fognature e come trovare quella migliore per le proprie esigenze.

Perché pulire e smaltire i rifiuti della fossa biologica

La fossa biologica serve a raccogliere residui e liquami provenienti da una o più immobili, per esempio in condominio, ma anche delle zone industriali. Non è obbligatorio avere la fossa biologica, spesso i tubi sono collegati direttamente al sistema fognario.

Periodicamente la fossa biologica si riempie e deve essere svuotata e pulita. Al contrario, ci sarebbe il rischio di un trabocco che provocherebbe enormi problemi oppure di ostruire le tubature a cui la fossa è collegata. Per tale motivo è cruciale concordare un’attività di spurgo della fossa biologica periodica con una ditta specializzata.

Lo smaltimento corretto è una fase cruciale e occorre conoscere molto bene cosa dice la Legge, anche per scegliere al meglio l’azienda di spurgo che deve essere autorizzata, non solo a svuotare, ma anche a trasportare ed eliminare correttamente i liquami.

Come smaltire i rifiuti della fossa biologica secondo la Legge?

Dopo aver effettuato la pulizia, l’azienda deve trasportare e stoccare i rifiuti in zone specifiche, entro un termine di tempo specifico.

Per essere certi che l’azienda esegua l’operazione in modo corretto, occorre ricevere una determinata documentazione. Inoltre, l’autista deve compilare un documento dove precisa qual è il punto di ritiro e dov’è il luogo in cui verranno smaltiti i rifiuti.

Importanti novità in tal senso sono arrivate con D. Lgs. n. 116/2020 (che ha modificato il D. Lgs. n 152/06) secondo cui i rifiuti prodotti dalle fosse biologiche sono da considerarsi come rifiuti speciali e da classificare come CER 20 03 06 – rifiuti prodotti dalla pulizia delle acque di scarico.

Questa indicazione deve essere contenuta in un registro chiamato FIR, ovvero il documento ufficiale che identifica il tipo di rifiuto da smaltire. La sua compilazione è cruciale, deve essere vidimato dall’Agenzia delle Entrate o dalla Camera di Commercio prima di poter essere usato da una ditta. Il formulario deve essere compilato in quattro copie, una è data al detentore, le altre tre sono consegnate al Centro di Smaltimento al momento dell’arrivo.

Il trasportatore deve occuparsi anche di avere una copia da riconsegnare al detentore della fossa una volta che il trasporto è concluso, con una scadenza di 90 giorni dall’attività.

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