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Guida alla creazione di un impianto di sicurezza a norma

Installare un impianto d’allarme a norma è importante per assicurare alla propria casa la massima sicurezza: ecco cosa c’è da sapere

17-06-2021 (Ultimo aggiornamento 22-06-2021)
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Quando si decide di installare un impianto di sicurezza nella propria casa ci sono diverse domande da porsi. La prima riguarda sicuramente la normativa ad oggi vigente, che definisce le fasi di progettazione, realizzazione nonché il collaudo e la manutenzione dell’impianto di allarme o anti rapina. La creazione di un impianto di sicurezza richiede quindi diverse fasi che comprendono l’analisi del rischio, che dovrà essere definito dal grado 1 al 4, oltre che la valutazione del luogo dove verrà installato e il livello di prestazione che si vuole ottenere. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla creazione del proprio impianto di sicurezza.

Impianto di sicurezza: qual è la normativa

La sicurezza della propria casa o del proprio negozio passa dall’installazione di sistemi che siano in grado di proteggere chi vi abita da intrusioni, effrazioni, furti e aggressioni. La regolamentazione delle apparecchiature di allarme è sancita dalla Normativa nazionale CEI 79-03, introdotta nel 2021 e che definisce le caratteristiche di progettazione, realizzazione, verifica e manutenzione degli impianti di sicurezza. Si tratta della normativa nazionale italiana, che integra la norma europea EN 50131-1 con alcune sezioni tratte dall’abrogata Guida di applicazione CEI CLC/TS 50131-7 del 2010. La normativa si applica agli impianti di allarme antintrusione e a quelli anti rapina, anche nel caso in cui l’installazione sia indipendente tra loro.

Impianto di sicurezza: i gradi di rischio

Uno dei parametri fondamentali per la progettazione di un sistema di sicurezza che viene definito nella normativa riguarda i livelli di rischio. Il primo passo per la creazione di un impianto, quindi, è l’analisi del rischio che dovrà tenere conto di diversi fattori tra cui la destinazione d’uso del luogo in cui viene installato l’allarme, il valore dei beni da proteggere e anche i pericoli per chi si trova nel luogo. L’analisi permette di classificare il tipo di impianto tra uno dei quattro gradi di rischio, che sono:

  • grado 1 o basso rischio, quando si ipotizza che gli eventuali intrusi abbiano una scarsa conoscenza degli impianti di sicurezza e dispongano di una limitata gamma di attrezzi tra quelli facilmente reperibili
  • grado 2 o rischio medio-basso, quando si ipotizza che gli intrusi non conoscano bene gli impianti ma utilizzino una gamma di utensili e strumenti portatili per disattivarli
  • grado 3 o rischio medio-alto, se si ipotizza che gli intrusi abbiano una discreta conoscenza degli impianti di sicurezza, con a disposizione una vasta gamma di strumenti e apparecchi elettronici portatili
  • grado 4 o alto rischio, se gli intrusi hanno capacità e risorse per pianificare una intrusione o una rapina del dettaglio, oltre che strumenti e attrezzature per metterla in atto, tra cui anche messi per sostituire i componenti dell’impianto di sicurezza.

Impianto di sicurezza: l’analisi di rischio del luogo

Il passo successivo è analizzare il luogo in cui il sistema di sicurezza dovrà essere installato, eseguendo così la seconda parte dell’analisi del rischio. Bisognerà quindi analizzare diverse caratteristiche del sito, partendo dal fatto che l’edificio sia isolato oppure circondato da altre costruzioni, se si trova al piano terra o a piani superiori, così come se l’affaccio sia su una strada privata o su strade ad alto scorrimento. Altro aspetto è l’illuminazione all’esterno, se sia scarsa o efficiente. Si dovranno poi valutare tutti i possibili varchi da cui un intruso potrebbe entrare, come porte, finestre, lucernari o vani tecnici, e infine le protezioni di sicurezza passiva già presenti, come serrature, grate o blindature.

Impianto di sicurezza: i livelli disponibili

La norma identifica anche diversi gradi di sicurezza dei componenti mediante la classificazione del tipo di impianto rispetto ai componenti usati e le connessioni. Quando si progetta l’impianto, si dovrà tenere conto dei 3 sottosistemi che lo compongono: i rivelatori, gli apparati centrali e opzionali, e i dispositivi di allarme. Usando una specifica tabella, gli installatori potranno risalire al livello di prestazione di ogni sottosistema a seconda del grado di sicurezza, della tipologia e della disposizione dei componenti.

Impianto di sicurezza: altri fattori da valutare

Nella fase di realizzazione, quest’ultima parte diventa molto importante per verificare le prestazioni dell’impianto. Inoltre, si dovrà tenere conto anche della presenza di fattori ambientali che possano influenzare il normale funzionamento del sistema, come ad esempio disturbi elettromagnetici generati da linee elettriche ad alta tensione, antenne e ponti radio, o ancora siti industriali. Si dovrà tenere presente anche fattori come movimento di ascensori, colonne di scarico dell’acqua o altri movimenti che potrebbero innescare i tipi di allarme che rilevano le vibrazioni. Infine, è necessaria la dichiarazione CE di conformità, che garantisca che l’impianto di sicurezza è conforme alle direttive UE che si applicano in materia di antifurti.

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