Stai per acquistare casa in condominio? Attenzione a questa nuova clausola sui parcheggi
Stai acquistando casa in condominio? Scopri come la nuova sentenza della Cassazione cambia le regole sui parcheggi condominiali. Attenzione alle clausole del rogito per evitare spiacevoli sorprese sui diritti di sosta.

Alessia Mancini
Content manager e blogger
- Parcheggio condominiale: cosa stabilisce la nuova sentenza
- Quali sono le regole per i parcheggi condominiali?
Stai pianificando l’acquisto di un appartamento con box auto e pensi di avere automaticamente il diritto di parcheggiare davanti al tuo garage? Preparati a una doccia fredda. La Corte di Cassazione ha appena stravolto le regole del gioco con una sentenza che cambierà per sempre la vita di migliaia di condomini italiani.
La recente decisione della Corte Suprema ha infatti stabilito che senza una specifica clausola nel rogito notarile, nessun proprietario può rivendicare il diritto esclusivo di sosta nelle aree comuni condominiali, nemmeno davanti al proprio box auto. Una rivoluzione giuridica che potrebbe trasformare il tuo sogno immobiliare in un incubo burocratico se non sei adeguatamente informato.
Parcheggio condominiale: cosa stabilisce la nuova sentenza
La vicenda che ha portato alla sentenza n. 25227 del 15 settembre 2025 racconta di una condomina convinta di possedere un diritto sacrosanto: parcheggiare la propria auto davanti al garage di proprietà nell’area comune del cortile condominiale. Quando l’assemblea condominiale ha deliberato il divieto assoluto di sosta in tutto il cortile, è nata una battaglia legale che ha attraversato tutti i gradi di giudizio.
La proprietaria era fermamente convinta che il privilegio del parcheggio le fosse stato tramandato insieme alle chiavi di casa, come una sorta di diritto ereditario. La sua logica appariva inattaccabile: se i proprietari dei garage contribuiscono alle spese per il passo carraio, perché non dovrebbero goderne completamente? Tuttavia, la realtà giuridica si è rivelata ben diversa dalle sue aspettative.
La Cassazione ha analizzato meticolosamente tutti i documenti, partendo dai rogiti notarili. I giudici hanno esaminato ogni singola clausola degli atti di acquisto, trovando una definizione inequivocabile: l’area in questione era chiaramente identificata come “bene comune“, senza alcuna eccezione o riferimento a presunti diritti esclusivi di parcheggio per specifici proprietari.
Quali sono le regole per i parcheggi condominiali?
Il principio stabilito dalla Suprema Corte è cristallino: quello che non è scritto nero su bianco nel contratto di compravendita semplicemente non esiste dal punto di vista giuridico. Un privilegio significativo come un posto auto riservato in area comune deve essere esplicitamente stabilito nell’atto notarile, con una chiarezza che non lasci spazio a interpretazioni soggettive.
Le consuetudini consolidate nel tempo, le “parole date” tra vicini, le convinzioni personali anche più radicate si infrangono contro la durezza della documentazione ufficiale. Il sistema giuridico italiano si fonda sulla certezza dei diritti scritti, non sulle aspettative individuali degli acquirenti.
La sentenza ha inoltre chiarito un aspetto fondamentale della vita condominiale: concedere a un singolo condomino il diritto esclusivo di parcheggio su un’area comune non rappresenta una semplice regolamentazione dell’uso, ma costituisce giuridicamente una vera e propria servitù. Questo significa imporre un vincolo permanente su una proprietà collettiva a esclusivo vantaggio di una proprietà individuale.
Per operazioni di tale portata giuridica, l’articolo 1108, comma 3 del Codice Civile stabilisce una regola ferrea: è necessario il consenso unanime di tutti i condomini, formalizzato per iscritto. Non basta la maggioranza, nemmeno quella qualificata; serve l’accordo di ogni singolo proprietario.
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