Impianto elettrico cucina: cosa dice la legge perché sia a norma
Quando si fa un nuovo impianto elettrico in cucina o si va a modificarne uno esistente, è necessario prendere in considerazione la normativa di sicurezza.
Per l’installazione dell’impianto elettrico della cucina è indispensabile seguire la normativa Cei 64-8 e seguenti variazioni, in particolare oggi quella in vigore è la V3 del 2011. Le componenti dell’impianto elettrico della cucina in un normale appartamento, secondo tale regolamento, devono essere disposte in modo preciso così da garantire la sicurezza per le persone e la praticità del sistema.
La norma prevede i requisiti minimi delle prestazioni dell’impianto, poiché l’aggiunta di ulteriori elementi dipenderanno dall’ampiezza della casa e dalle esigenze degli utenti. Il punto di partenza è la potenza contrattuale prestabilita nell’accordo con la società elettrica che sarà calcolata in origine in base alla superficie della casa. Di norma si è fra i 3 ed i 6 kW.
Dalla dimensione della casa dipende anche il numero di linee adottate. Dal contatore generale si snodano i fili elettrici conduttori che portano alla centralina dell’unità abitativa, che costituisce la parte di comando dell’impianto. Le altre componenti sono invece: le prese per gli elettrodomestici della cucina, gli interruttori per i punti luce, la messa a terra dell’impianto.
Come si dispone un impianto elettrico della cucina: standard minimi
Per dare una regola fondamentale, la normativa per l’impianto elettrico in cucina stabilisce tre livelli qualitativi standard sulla base dei quali si definirà in modo preciso la posizione delle prese elettriche in cucina. Sotto al livello 1, che indica i requisiti minimi, non è possibile scendere per essere a norma di legge.
Ogni elettrodomestico avrà la sua presa in un punto strategico: ci sarà una presa elettrica per la lavastoviglie, una presa elettrica sopra al piano cottura per la cappa etc. Nel livello 1 minimo i punti presa devono essere distribuiti sulle pareti in modo uniforme secondo logica, in base a come si presume verranno disposti i mobili.
La corrente per la lavastoviglie è messa dietro al lavello, a 30 cm da terra, in alcuni casi in condivisione a quella per il piano cottura. La presa del forno è sotto a quest’ultima o, se il forno è rialzato, a circa 80 cm dal pavimento. La presa di corrente per il frigo sarà decentrata lateralmente perché esso ha il gruppo motore posteriore. Altri punti presa vanno messi all’altezza del piano lavoro e una va posizionata, infine, obbligatoriamente nella vicinanza dell’ingresso alla cucina.
Impianto elettrico, idraulico, fuochi
La disposizione dei punti luce deve essere adeguata per garantire un’eccellente visuale: si tratta di un ambiente in cui si fanno anche attività di precisione. Un minimo di tolleranza sulla posizione delle prese nell’impianto elettrico della cucina c’è, anche perché non si può sapere come sarà disposta di fatto la cucina. Per orientarti al meglio puoi richiedere un preventivo a un professionista del settore che saprà consigliarti al meglio in base alle caratteristiche della tua zona giorno.
Resta tuttavia sempre proibito dalla norma disporre parti dell’impianto elettrico della cucina su quello idraulico. Le prese quindi, per esempio, non devono essere troppo adiacenti alla zona del lavabo per questioni di sicurezza. Inoltre se ci sono prese elettriche in corrispondenza del piano cottura bisognerà munirlo di coperchio, per coprire rispettivamente quello che non si utilizza.