Come funziona il salvavita
L’interruttore differenziale, noto come "salvavita", è un dispositivo con una funzione di sicurezza indispensabile e per questo è obbligatorio averlo

Giorgio Santacroce
Tecnico riparazioni elettroniche
- Perché scatta il salvavita?
- Come funziona il differenziale salvavita
- Tipologie di salvavita
- Differenza tra salvavita e interruttore differenziale
- Dove si utilizza l’interruttore differenziale
- Salvavita che scatta: cosa fare?
- Quanto costa un salvavita?
- Manutenzione e verifiche periodiche
- Quando conviene sostituire l’intero quadro elettrico
L’interruttore salvavita è un dispositivo di sicurezza fondamentale: il suo compito è interrompere il flusso di energia elettrica all’interno del circuito di un impianto in caso di dispersione, evitando folgorazioni e proteggendo persone e beni. In Italia l’uso del salvavita è obbligatorio per legge dal 1990 e tutti gli impianti devono rispettare la normativa CEI 64-8 e il D.M. 37/08.
Perché scatta il salvavita?
L’interruttore differenziale elettrico scatta in presenza di una dispersione di corrente o contatto fase-terra. Questo protegge le persone da folgorazioni dirette e indirette. Va ricordato che il salvavita non protegge dai sovraccarichi o dai cortocircuiti: per questa funzione deve essere abbinato a un interruttore magnetotermico.
La sensibilità del salvavita è misurata in milliampere (mA). In ambito residenziale la norma richiede ≤30 mA, mentre per ambienti umidi o particolarmente a rischio (bagni, piscine, cucine industriali) si preferiscono modelli da 10 mA. In ambienti industriali si possono usare dispositivi con sensibilità maggiore (100–300 mA) per ridurre scatti intempestivi.
Come funziona il differenziale salvavita
Il salvavita è costituito da un relè di corrente differenziale che confronta la corrente in entrata con quella in uscita: se rileva differenze, interrompe il circuito in pochi millisecondi. Nei modelli più evoluti è presente anche un modulo magnetotermico che protegge da sovraccarichi e cortocircuiti.
È importante sottolineare che il salvavita non protegge dalle sovratensioni atmosferiche (fulmini): per questo è necessario installare scaricatori di sovratensione (SPD) in quadri elettrici moderni.
Tipologie di salvavita
Non tutti i salvavita sono uguali: la scelta dipende dal tipo di impianto e di apparecchiature collegate.
- Tipo AC: rileva correnti alternate sinusoidali – adatto a impianti domestici di base.
- Tipo A: rileva anche correnti pulsanti continue – consigliato per case con elettrodomestici moderni (lavastoviglie, lavatrici, climatizzatori).
- Tipo F: adatto a elettrodomestici con inverter, pompe di calore e climatizzatori ad alta efficienza.
- Tipo B: protegge anche da correnti continue pure – usato in impianti industriali e fotovoltaici.
Differenza tra salvavita e interruttore differenziale
L’interruttore differenziale puro rileva solo dispersioni di corrente. Per una protezione completa oggi si utilizzano magnetotermici differenziali, che uniscono tre protezioni in un unico dispositivo: dispersione, cortocircuito e sovraccarico. Questo garantisce maggiore sicurezza e durata dell’impianto.
Dove si utilizza l’interruttore differenziale
In ambito residenziale è sufficiente un salvavita generale, ma negli impianti più moderni si consiglia di installarne più di uno, suddividendo le linee (ad esempio cucina, climatizzazione, prese generali). Questo accorgimento evita il black-out totale in caso di guasto.
Negli ambienti industriali e nei condomini vengono installati più salvavita in parallelo, così da isolare il guasto a un singolo macchinario o piano senza interrompere l’intera attività.
Salvavita che scatta: cosa fare?
Se manca corrente, occorre controllare il quadro elettrico. In caso di scatto del differenziale:
- riattivare il salvavita;
- se non regge, scollegare gli elettrodomestici e riattivarlo;
- se continua a scattare, significa che c’è un guasto o dispersione nell’impianto.
In queste situazioni è bene contattare un elettricista qualificato ed evitare di riattivare forzatamente il dispositivo, perché significherebbe ignorare un rischio reale.
Quanto costa un salvavita?
I prezzi aggiornati al 2025 sono i seguenti:
- Differenziale tipo AC: 60–100 €.
- Differenziale tipo A: 80–130 €.
- Magnetotermico differenziale: 90–150 €.
- Modelli tipo F o B: 150–400 € (utilizzati in impianti con pompe di calore, fotovoltaico o industriali).
- Installazione con certificazione: 150–300 € in base alla complessità dell’impianto.
La sostituzione o l’installazione di un salvavita rientra tra le spese detraibili con il Bonus Ristrutturazioni 50%, valido fino al 31 dicembre 2025, con un massimale di 96.000 €.
Manutenzione e verifiche periodiche
Ogni salvavita va testato mensilmente tramite il tasto TEST. Se non scatta, significa che non funziona correttamente e deve essere sostituito. Negli impianti condominiali e aziendali sono obbligatorie verifiche periodiche certificate secondo il DPR 462/01, eseguite da enti autorizzati.
Segnali che indicano la necessità di sostituire il salvavita:
- scatti frequenti senza motivo apparente,
- surriscaldamenti anomali,
- assenza di risposta al test mensile.
Quando conviene sostituire l’intero quadro elettrico
Se il salvavita è datato o l’impianto presenta più anomalie, può essere conveniente sostituire l’intero quadro elettrico. I costi vanno da 500 a 1.500 € in base al numero di linee e dispositivi installati, ma permettono di avere un impianto più sicuro, conforme alle normative e predisposto per le esigenze moderne (climatizzazione, pompe di calore, auto elettriche).
Vuoi controllare o sostituire il tuo salvavita? Su PagineGialle Casa puoi richiedere fino a 5 preventivi gratuiti da elettricisti certificati nella tua zona.
Domande frequenti:
-
Che differenza c'è tra magnetotermico e salvavita?
La differenza tra magnetotermico e salvavita è che il salvavita può essere un differenziale puro, mentre il magnetotermico protegge anche contro il cortocircuito e il sovraccarico.
-
Come si fa a vedere se il salvavita funziona?
Per vedere se il salvavita funziona bisogna usare l’apposito pulsante di test, indicato dalla lettera T o dalla dicitura TEST, azionandolo per controllare se il differenziale stacca la corrente.
-
Quanti anni dura il salvavita?
Il salvavita dura fino a un massimo di 20 anni, tuttavia può perdere efficacia nel corso del tempo, per questo motivo è importante verificare il differenziale periodicamente.