Quanti tipi di presa elettrica esistono e a cosa servono
Conoscere i vari tipi di presa elettrica è importante quando si vuole progettare il nuovo impianto elettrico della casa e per evitare rischi: ecco quali sono e a cosa servono
            Giorgio Santacroce
Tecnico riparazioni elettroniche
- Quanti tipi di presa elettrica ci sono?
 - Quali prese elettriche si usano in Italia?
 - Perché si usa la presa Schuko?
 - Domotica e prese intelligenti
 - Sicurezza e normativa
 - Conclusione
 
Caricare il telefono, accendere il televisore o azionare la lavatrice: come potremmo svolgere queste azioni quotidiane senza le prese elettriche? In un mondo sempre più tecnologico, le prese e le spine rappresentano un elemento fondamentale per la vita domestica. Pur essendo ovunque, spesso non ne consideriamo la reale importanza.
La crescente diffusione della domotica e dei dispositivi elettronici (smartphone, tablet, computer, elettrodomestici connessi) evidenzia la necessità di avere più prese disponibili e più sicure. In questo articolo analizziamo le tipologie di prese elettriche italiane, la normativa di riferimento e i casi d’uso più comuni.
Quanti tipi di presa elettrica ci sono?
Non esiste ancora uno standard unificato a livello europeo: ogni Paese adotta sistemi leggermente diversi, motivo per cui in viaggio serve un adattatore universale. In Italia, la varietà è frutto della storia elettrica nazionale: negli anni ’60-’70 esistevano due linee (127 V e 220 V), che portarono alla coesistenza di diverse tipologie di prese e spine. Oggi l’intera rete domestica è a 230 V ma le prese restano differenziate per amperaggio (10 o 16 A).
Quali prese elettriche si usano in Italia?
In Italia le prese domestiche sono disciplinate dalla norma CEI 23-50. Le più diffuse sono:
- Presa e spina di tipo C (Europlug): da 2,5–10 A, senza messa a terra. Ha due poli da 4 mm ed è adatta a piccoli elettrodomestici, lampade e caricabatterie fino a circa 2000 W.
 - Presa e spina di tipo L: disponibile in versione 10 A (max 2000–2200 W) e 16 A (max 3500 W). È la presa “classica” italiana, con tre poli in linea (fase, neutro e terra).
 - Presa di tipo F o Schuko: molto diffusa per grandi elettrodomestici. Supporta fino a 16 A (circa 3500 W) e garantisce la messa a terra grazie ai contatti laterali. È robusta e sicura, spesso usata in cucine, lavanderie e per ricariche lente di veicoli elettrici.
 - Presa bipasso: consente l’inserimento sia di spine italiane da 10 e 16 A sia di alcune spine Schuko, rendendo l’impianto più versatile.
 - Presa multistandard: accoglie prese italiane e Schuko, utile per evitare adattatori. È tra le più installate negli impianti moderni.
 
Perché si usa la presa Schuko?
La Schuko, nata in Germania, è oggi uno standard de facto in gran parte d’Europa. Viene usata in Italia soprattutto per elettrodomestici ad alta potenza perché assicura connessioni sicure, maggiore superficie di contatto e protezione dei poli attivi. La norma CEI 64-8 raccomanda di installarla in cucina (forno, lavastoviglie) e in lavanderia (lavatrice, asciugatrice).
Nonostante non sia polarizzata, è robusta e resistente, e negli ultimi anni è stata adottata anche per ricariche lente di veicoli elettrici. In contesti industriali o semi-professionali, la Schuko viene talvolta affiancata dalle prese CEE (blu o rosse) con amperaggi superiori e maggiore resistenza agli agenti atmosferici.
Domotica e prese intelligenti
Le prese moderne non sono più solo punti di connessione, ma diventano strumenti di domotica. Le prese smart con Wi-Fi o Bluetooth permettono di monitorare i consumi, programmare accensioni e spegnimenti da remoto e integrarsi con assistenti vocali come Alexa e Google Home. Queste soluzioni aiutano a ridurre i consumi energetici e aumentano la sicurezza, poiché consentono lo spegnimento automatico degli apparecchi collegati.
Sicurezza e normativa
Un impianto moderno deve rispettare la CEI 64-8, che prevede obblighi minimi di prese in base alla metratura delle stanze (livelli 1, 2, 3). Tutti i punti devono essere protetti da interruttore differenziale (salvavita) e collegati a un impianto di messa a terra. È fondamentale affidarsi a un elettricista qualificato e ottenere la dichiarazione di conformità a lavori ultimati.
I costi di installazione di una presa variano dai 50 ai 120 € a punto, a seconda della complessità (tracce nei muri, predisposizione, distanza dal quadro elettrico). In caso di ristrutturazioni complete, può essere più conveniente rifare l’intero impianto elettrico e portarlo ai livelli normativi più aggiornati.
Conclusione
Le prese elettriche sono elementi tanto comuni quanto fondamentali nella vita quotidiana. Conoscere i diversi modelli, le normative di sicurezza e le possibilità offerte dalla domotica aiuta a progettare un impianto efficiente, sicuro e al passo con i tempi. Prima di pianificare il rifacimento dell’impianto elettrico, è bene affidarsi a un professionista per scegliere le soluzioni più adatte alla propria abitazione.
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Domande frequenti:
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                        Quanti tipi di presa elettrica ci sono?
                        
                        
                        
In Italia si utilizzano principalmente cinque tipologie di prese elettriche domestiche:
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Tipo C (Europlug): a 2 poli, senza messa a terra, adatta a piccoli apparecchi e caricabatterie fino a 2000 W.
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Tipo L: disponibile nelle versioni da 10 A e 16 A, con tre poli in linea (fase, neutro e terra), adatta a dispositivi di potenza medio-alta.
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Tipo F (Schuko): robusta e sicura, con contatti laterali di terra. È ideale per grandi elettrodomestici (forno, lavatrice, lavastoviglie) e per usi esterni.
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Presa bipasso: compatibile sia con spine italiane da 10 e 16 A sia con alcune spine europee, molto diffusa per la sua versatilità.
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Presa multistandard: accoglie spine italiane e Schuko senza bisogno di adattatori, utile nelle nuove installazioni.
 
Queste tipologie coprono la quasi totalità delle esigenze domestiche, anche se in ambito industriale vengono usate prese CEE (blu o rosse) per carichi più elevati.
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                        Che tipo di prese ci sono in Italia?
                        
                        
                        
Le prese elettriche italiane sono regolate dalla norma CEI 23-50. Sono generalmente simmetriche e non polarizzate, cioè permettono l’inserimento della spina in entrambi i versi. Per sicurezza, i contatti sono in parte rivestiti da materiale isolante per ridurre il rischio di contatto accidentale.
Le più comuni sono di tipo C, L e Schuko, spesso affiancate dalle prese bipasso o multistandard nelle abitazioni moderne. - 
                        Perché si usa la presa Schuko?
                        
                        
                        
La presa Schuko (tipo F) è molto diffusa perché garantisce un’elevata sicurezza: i contatti laterali assicurano la corretta messa a terra, riducendo il rischio di folgorazioni. È pensata per elettrodomestici ad alta potenza, come frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie e asciugatrici, ma viene usata anche per attrezzi da giardino e in ambito esterno grazie alla sua resistenza.
La norma CEI 64-8 ne raccomanda l’installazione in cucina e lavanderia, evitando l’uso di adattatori che possono surriscaldarsi.
Oggi la Schuko è diventata uno standard europeo di fatto, adottato dalla maggior parte dei costruttori di elettrodomestici, ed è sempre più presente anche negli impianti italiani. 
