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Quanta condensa produce il condizionatore?

Gli impianti di climatizzazione sono ormai imprescindibili per tutti noi. Il loro utilizzo continuo, comporta però la formazione di condensa

20-05-2022 (Ultimo aggiornamento 23-02-2024)
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Sono un esperto idraulico con più di qualche decennio di esperienza nel settore. Come tutti, ho iniziato la mia carriera come apprendista, questo mi ha permesso di acquisire ampie conoscenze a bilità pratiche che, messe al servizio della mia professione, mi hanno portato ad aprire un’attività i...
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condizionatori d'aria

Gli impianti di climatizzazione dell’aria sono un elemento indispensabile all’interno di moltissime abitazioni: essi infatti consentono sia di riscaldare gli ambienti durante le stagioni più fredde, sia di combattere il calore estivo e l’afa nei periodi più caldi. I condizionatori costituiscono un sistema di riscaldamento e raffrescamento dai molteplici vantaggi: innanzitutto sono facili da istallare e richiedono un investimento contenuto, sono pratici da utilizzare e possono essere impiegati durante tutto l’anno, infine rispettano le politiche di sostenibilità ambientale e comportano un costo in bolletta non troppo elevato.

Il funzionamento prolungato dei condizionatori comporta però la formazione di acqua di condensa: si tratta di un fenomeno del tutto normale, che deriva dai meccanismi stessi di raffreddamento e riscaldamento degli impianti. Tuttavia è importante che il liquido di scarico venga smaltito in maniera corretta: mentre alcuni sistemi sono dotati di apposite strutture per il deflusso dell’acqua, in altri casi essa va scaricata manualmente. Con PG Casa scopri quanti litri di condensa produce un condizionatore e come smaltire la condensa degli impianti di climatizzazione.

Da dove viene l’acqua del condizionatore

Per impianto di climatizzazione si intendono tutti quei sistemi che consentono sia di regolare la temperatura all’interno degli ambienti, sia di controllare la qualità dell’aria e la quantità di umidità presente. Essi sono in genere composti da due unità: un motore da installare all’esterno dell’abitazione, e una o più unità refrigeranti da collocare all’interno dei locali, detti split. I condizionatori che possono generare aria calda o fredda a seconda delle esigenze, sono chiamati anche pompe di calore.

Il loro meccanismo di funzionamento si basa sull’uso di un fluido frigorigeno e lo scambio d’aria tra l’interno e l’esterno. L’unità esterna è dotata di un compressore, che espande e comprime il fluido favorendo il ricircolo dell’aria: durante il ciclo di riscaldamento, la pompa sottrae calore dall’esterno diffondendo tepore all’interno dell’ambiente; viceversa, nel ciclo di raffreddamento essa sottrae il calore dall’interno, rinfrescando il locale. Quando lo spit è in funzione, quindi, il liquido all’interno passa continuamente dallo stato liquido a quello gassoso, producendo la cosiddetta acqua di condensa.

Quanta acqua di condensa produce un condizionatore

La condensa del condizionatore è un tipo di acqua demineralizzata che viene prodotta dagli impianti di climatizzazione: quando il dispositivo viene utilizzato per il riscaldamento, la condensa viene prodotta dal motore esterno (condensa invernale), invece quando esso è impiegato per il raffrescamento, è lo split interno ad emettere condensa (condensa estiva). La formazione di acqua di scarico è del tutto nella norma e, se tutte le componenti dell’impianto sono installate regolarmente, essa non provoca alcun danno: gli apparecchi sono infatti a tenuta stagna, di conseguenza non dovrebbero verificarsi perdite o infiltrazioni.

Durante i periodi di maggior utilizzo, il condizionatore può arrivare a produrre quantità anche piuttosto ingenti di condensa: un apparecchio standard dotato di 5 KW di potenza, se utilizzato a pieno regime, mediamente genera tra i 2,5 e i 4 litri di acqua all’ora. Naturalmente il volume di liquido prodotto dipende da diversi fattori, come ad esempio la modalità su cui è impostato il dispositivo, oppure la differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno: la modalità deumidificatore (dry) aumenta la produzione di condensa; in più, se la temperatura impostata è molto al sotto di quella esterna, si formerà più acqua.

I moderni condizionatori inoltre, sono dotati di tecnologia inverter, che consente di regolare automaticamente l’erogazione di aria, al fine di mantenere costante la temperatura: sebbene questa funzione garantisca delle prestazioni più efficienti e una notevole diminuzione dei consumi, al tempo stesso essa determina una maggior quantità di condensa da scaricare.

Come smaltire la condensa dei condizionatori

Sia lo split interno che l’unità esterna sono dotati di un’apposita predisposizione alla quale va collegato un tubo per lo smaltimento della condensa: in alcuni casi, l’impianto viene allacciato direttamente alle tubazioni si scarico, in modo tale che l’acqua defluisca automaticamente all’interno della grondaia. Quando il condizionatore viene installato in un punto che non ha accesso agli scarichi, è possibile optare per una pompa di espulsione, che convoglierà il liquido verso il sistema di scolo.

Se però il climatizzatore viene installato in un secondo momento e si vogliono evitare ingenti lavori edili, possono essere necessarie delle soluzioni alternative per lo smaltimento dell’acqua. L’opzione più semplice e pratica è un comune recipiente, da collocare comodamente sul balcone: l’acqua raccolta può essere poi tranquillamente sversata all’interno del water o del lavandino, può essere utilizzata per annaffiare le piante, oppure si può impiegare per eseguire le pulizie.

Sebbene si tratti di una soluzione decisamente immediata, in alcune circostanze essa può risultare piuttosto ingombrante, oltre che impegnativa, dal momento che il recipiente va svuotato regolarmente. Una valida alternativa è rappresentata dai nebulizzatori di condensa: si tratta di piccoli apparecchi da agganciare allo split, che sono dotati di un apposito ugello per convogliare l’acqua verso l’esterno, nebulizzandola nell’aria.

Domande frequenti:

  • Perché il condizionatore produce tanta acqua?

    L’acqua è dovuta al funzionamento stesso del condizionatore: all’interno dell’impianto è presente un fluido refrigerante che, passando dallo stato liquido a quello gassoso, produce la condensa.

  • Perché il condizionatore fa tanta condensa?

    La formazione della condensa è dovuta ad un uso prolungato del condizionatore, soprattutto se c’è molta differenza di temperatura con l’esterno, se si imposta la modalità dry o se si attiva l’inverter.

  • Perché dal condizionatore esce poca acqua?

    Se il condizionatore non scarica l’acqua, il problema potrebbe essere dovuto ad uno scorretto posizionamento del tubo di deflusso, oppure all’otturazione delle tubature e dei filtri.

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