Quando potare un albero di cachi: consigli per farlo al meglio
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Come e quando potare un albero di cachi?

Originario della Cina, il Cachi o Kaki è un albero da frutto che concentra la sua produzione nei mesi autunnali/invernali. Scopri come potarlo al meglio!

Ultimo aggiornamento 24-09-2025
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Susanna Rigutti

Esperta in Agricoltura e Giardinaggio

Autrice di diversi libri e fondatrice del Mondodisusanna, si occupa di divulgazione e sensibilizzazione su tematiche naturalistiche.
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GIARDINAGGIO

Coltivato principalmente nelle regioni del Sud Italia, il kaki (o cachi) produce frutti di colore arancione, molto apprezzati ma deperibili se non trattati con cura. Originario dei paesi asiatici, il Diospyros kaki oggi è diffuso anche in molte zone italiane, e compare frequentemente sui banchi dei fruttivendoli in autunno. La pianta, oltre al valore agricolo, è apprezzata anche a scopo ornamentale per il fascino dei suoi frutti pendenti su rami spogli.

Come per tutti gli alberi da frutto, per ottenere buone produzioni è necessario adottare cure specifiche e tempestive.

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Il kaki fiorisce in primavera (generalmente maggio) e i frutti maturano tra ottobre e novembre. Durante l’autunno, dopo la caduta delle foglie, i frutti rimangono visibili sui rami, creando un effetto estetico notevole.

La potatura è essenziale non solo per favorire la quantità e la qualità dei frutti, ma anche per evitare che i rami, spesso sottili, si rompano sotto il peso del frutto.

L’albero da cachi: accortezze colturali e interventi stagionali

Non richiede lavori complessi: la potatura del cachi serve principalmente a sfoltire la chioma e rimuovere i polloni (escrescenze basali vigorose) che sottraggono risorse vitali ai rami fruttiferi. Un’obiezione importante è la cascola: i frutti pesanti possono cadere prematuramente quando i rami non sono adeguatamente supportati o la pianta è in stress idrico o nutrizionale.

La caduta dei frutti non maturi attira insetti e parassiti, con danni visivi e infestazioni successive. Intervenendo con potature leggere si migliora l’aria interna alla chioma e si riduce il rischio di malattie.

Come effettuare una potatura efficace

Secondo esperti giardinieri e vivaisti, è consigliabile intervenire prima della ripresa vegetativa (fine inverno‑inizio primavera), quando la pianta è in dormienza e non ha ancora iniziato a formare gemme.

La potatura va effettuata con strumenti ben affilati e disinfettati (forbici, cesoie), evitando tagli irregolari e strappi. Si rimuovono rami secchi, infruttiferi, malati o mal orientati, favorendo una chioma arieggiata: rami che si incrociano, che crescono verso l’interno o che ombreggiano troppo devono essere accorciati o eliminati.

La potatura di produzione consiste nell’eliminare solo parte del legno maturo che ha già fruttificato, lasciando gemme o rami laterali per l’annata successiva. Questa operazione aiuta a limitare la cascola e a sostenere i rami portanti.

Per alberi trascurati o eccessivamente vigorosi può essere necessario ricorrere alla potatura di rinnovo: ridurre chioma, abbassare il fusto, eliminare polloni e favorire nuovi rami sani. Tuttavia questo intervento va eseguito con cautela per non stressare troppo la pianta.

Se si commettono errori, è possibile applicare un mastice agricolo per sigillare le ferite, ma è importante che il taglio sia netto e non troppo vicino al colletto.

Forme di allevamento e gestione della crescita

Le forme di coltivazione più usate sono vaso libero (o vaso ritardato) e palmetta. Nel vaso libero, la pianta cresce liberamente, raggiungendo anche altezze di 4‑5 metri o oltre, ma si tende a contenerla per agevolare la raccolta e ridurre rischi.

Nella palmetta, i rami vengono indirizzati a 60° o ad angoli stabili rispetto al terreno fin dalle prime fasi di crescita: ciò facilita l’ingresso della luce e agevola la raccolta meccanizzata. Bisogna legare progressivamente i rami e però evitare forzature troppo brusche.

La potatura va eseguita alla base del ramo, senza lasciare monconi lunghi, per favorire la cicatrizzazione e la direzione corretta della crescita.

È utile estrarre i polloni per generare nuove piante oppure mantenerli sotto controllo: se utilizzati per talee, vanno tenuti in ambiente protetto prima del trapianto.

La pianta cresce lentamente: per ottenere una forma produttiva e ben scaffalata possono volerci fino a 4‑5 anni, ma con un’indirizzazione corretta fin da giovane si ottengono risultati migliori.

Durante la stagione vegetativa, è consigliabile legare i rami in maniera controllata, con spaghi o tutori, per indirizzare la crescita in maniera armoniosa.

Varietà più diffuse e caratteristiche botaniche

Una varietà molto conosciuta in Italia è il caco mela (varietà non astringente), che si può consumare anche quando è ancora croccante. Serve fare distinzione tra cultivar astringenti (che devono raggiungere uno stato di “ammesso” o maturazione avanzata) e non astringenti.

Varietà note presenti in Italia includono Fuyu, Vaniglia Napoletano, ‘Loto’ della Romagna, Hachiya (varietà astringente).

Il cachi può raggiungere altezze anche superiori a 10 metri se lasciato crescere in campo libero, ma in coltivazione ordinaria si mantiene più contenuto per praticità e gestione.

I fiori del cachi possono presentarsi in modalità variabile: alcune varietà hanno fiori maschili aggregati e femminili solitari, ma non è una regola fissa: la struttura e la fecondazione dipendono dalla cultivar. Alcune cultivar presentano produzione anche senza impollinazione (varietà partenocarpiche), ma i frutti risultano senza semi e talvolta meno zuccherini.

L’appassimento precoce dei fiori o mancata fecondazione riduce la resa; varietà moderne cercano di minimizzare queste criticità.

Coltivazione, malattie e raccolta

Il kaki predilige terreni ben drenati, profondi, con buona dotazione organica e pH moderatamente leggermente acido. Evitare ristagni d’acqua è fondamentale.

Durante la vegetazione, l’albero necessita di irrigazioni regolari ma controllate: l’eccesso d’acqua può favorire marciumi radicali.

La concimazione si effettua in primavera con fertilizzanti bilanciati, eventualmente maturo compost, letame ben decomposto o concimi organici.

I principali parassiti e malattie da monitorare includono cocciniglie, mosche della frutta, oidio, marciumi del colletto (Armillaria, Phomopsis). In regime biologico si possono usare trattamenti naturali o insetti utili.

La raccolta va fatta con attenzione: non staccare i frutti prematuramente (possono continuare a maturare dopo la raccolta). I frutti vanno maneggiati con delicatezza per evitare ammaccature. Dopo la raccolta, possono essere conservati a temperatura controllata (una volta morbidi) per rallentare il deterioramento.

Il cachi contiene circa 65 kcal per 100 g, con buone quantità di zuccheri, potassio, vitamine come la C e beta-carotene.

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