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Dimissioni dell'amministratore di condominio: cosa devi sapere

Cosa fare quando l'amministratore di condominio rassegna le dimissioni? Vediamo qual è la prassi da seguire e dove trovare un nuovo amministratore

11-12-2024
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Alessia Mancini

Content manager e blogger

Content manager e blogger, narratrice digitale appassionata di condividere idee e storie che ispirano e informano. Specializzata in interior design e tendenze del settore arredo, è affascinata da tutto ciò che riguarda il mondo della casa.
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L’amministratore di condominio rappresenta il punto di riferimento amministrativo e organizzativo per tutti i condòmini. Tuttavia, può accadere che questi decida di interrompere il proprio incarico, generando molte perplessità e dubbi tra i proprietari. Il passaggio ad un nuovo amministratore deve essere gestito con professionalità, trasparenza e nel pieno rispetto delle norme giuridiche. A questo proposito, approfondiamo gli aspetti legali, procedurali e pratici delle dimissioni dell’amministratore di condominio, fornendo una guida esaustiva che aiuti condòmini e amministratori a orientarsi in questo delicato momento di passaggio.

Dimissioni amministratore condominio: la procedura da seguire

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Le dimissioni dell’amministratore di condominio rappresentano un momento delicato nella vita condominiale che può verificarsi per diverse ragioni. Spesso l’iniziativa può provenire dall’amministratore stesso o dai condòmini stanchi della sua gestione. L’amministratore ha pieno diritto di dimettersi in qualsiasi momento, anche prima della scadenza formale del proprio incarico.

Esistono principalmente due modalità attraverso cui un amministratore può rassegnare le proprie dimissioni. La prima prevede la convocazione dell’assemblea, dove l’amministratore indice una riunione specifica per comunicare ufficialmente le proprie dimissioni. La seconda modalità consiste in una comunicazione diretta, in cui l’amministratore invia semplicemente un avviso a tutti i condòmini.

Quando si sceglie la via dell’assemblea, è fondamentale prestare attenzione alla convocazione. L’avviso di convocazione deve contenere un ordine del giorno dettagliato e preciso, con la formulazione migliore che recita: “Dimissioni dell’amministratore in carica e nomina del nuovo amministratore“. È importante notare che anche senza un’esplicita menzione del nuovo amministratore, l’assemblea può comunque procedere alla nomina.

Il Codice Civile stabilisce che le dimissioni hanno effetto immediato dalla loro comunicazione ai condòmini. L’amministratore uscente è obbligato a consegnare tutta la documentazione relativa al condominio e deve inoltre eseguire attività urgenti per evitare pregiudizi agli interessi comuni, senza diritto a ulteriori compensi.

La procedura di dimissione assume particolare rilevanza nei condomini con almeno nove condòmini, dove la nomina dell’amministratore è obbligatoria per legge.

Preavviso dimissioni amministratore condominio: è obbligatorio?

Shutterstock

L’ordinamento giuridico riconosce all’amministratore la facoltà di rinunciare all’incarico in modo sostanzialmente libero. Il Codice Civile non stabilisce vincoli stringenti relativamente alle modalità e ai tempi di presentazione delle dimissioni: questo significa che, in linea teorica, l’amministratore può interrompere il proprio incarico senza particolari limitazioni formali.

Tuttavia, emerge un principio importante: pur non essendoci un obbligo legislativo tassativo, l’amministratore dovrebbe comunque garantire un preavviso congruo, sia per correttezza professionale che per non compromettere la buona gestione condominiale.

In assenza di un preavviso adeguato, possono verificarsi spiacevoli conseguenze: il condominio potrebbe avanzare richieste di risarcimento qualora l’abbandono improvviso dell’incarico provochi disagi organizzativi o economici.

Si possono rifiutare le dimissioni dell’amministratore di condominio?

Su questa questione la legge è chiara: l’assemblea non può rifiutare le dimissioni dell’amministratore. Anche nel caso di un voto unanime per la riconferma dell’incarico, l’assemblea non ha alcun potere di impedire la rinuncia al mandato.

Le dimissioni rappresentano un atto unilaterale recettizio, ovvero una dichiarazione di volontà che produce effetti giuridici dal momento in cui giunge a conoscenza del destinatario. Questo significa che non è necessaria alcuna accettazione formale da parte dell’assemblea.

L’unica strada percorribile per scongiurare le dimissioni è che l’amministratore decida spontaneamente di ritirarle. Questo può avvenire prima della formalizzazione in assemblea oppure nel processo di ricerca di un sostituto, rappresentando gli unici momenti in cui è possibile una riconsiderazione della decisione.

Qualsiasi delibera assembleare che pretenda di respingere le dimissioni è giuridicamente priva di valore. La giurisprudenza è unanime nel considerare tale deliberazione non vincolante, non impugnabile e priva di qualsiasi efficacia legale. Questo per tutelare la libertà professionale dell’amministratore, che deve avere il diritto di interrompere il mandato quando lo ritenga opportuno, senza dover subire pressioni o imposizioni da parte dell’assemblea condominiale.

Cosa succede se l’assemblea non nomina il nuovo amministratore?

superbonus le regole per il condominio

Shutterstock

L’amministratore dimissionario non viene completamente sollevato dai propri compiti. Mantiene, infatti, un ruolo residuale strettamente limitato all’espletamento di attività urgenti fino al momento della nomina di un sostituto.

Sorge spontaneo chiedersi: l’assemblea può, con la sua mancata nomina, costringere di fatto l’amministratore uscente a una prolungata permanenza in carica? La risposta è decisamente negativa.

Nei condomini con oltre otto proprietari, dove la figura dell’amministratore è obbligatoria per legge, l’amministratore dimissionario può ricorrere direttamente al giudice per ottenere la nomina di un sostituto, per uscire dall’impasse assembleare. Negli edifici con non più di otto proprietari, dove la nomina dell’amministratore non è obbligatoria, l’alternativa diventa consegnare la documentazione a uno dei condòmini.

La mancata nomina in fase di assemblea non può, in alcun modo, costringere l’amministratore a rimanere indefinitamente in carica.

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Domande frequenti:

  • Cosa succede se un amministratore si dimette?

    La gestione delle dimissioni dell'amministratore è disciplinata dal meccanismo di salvaguardia noto come "prorogatio imperii". Questo sistema garantisce che, anche in assenza di un amministratore pienamente in carica, gli edifici continuino a essere amministrati, assicurando la tutela degli interessi condominiali urgenti.

  • Cosa deve fare l'amministratore uscente?

    L'amministratore uscente è tenuto a trasferire tutta la documentazione relativa alla gestione del condominio, inclusi bilanci, registri ed estratti conto, al nuovo amministratore o alla persona designata. Spetta poi a quest'ultimo predisporre il rendiconto della gestione.

  • Cosa succede ad un condominio senza amministratore?

    L'articolo 1129 del Codice Civile prevede che, in mancanza di un amministratore, i condomini debbano nominare un rappresentante incaricato di convocare l'assemblea e presiederla. Tale rappresentante, che può essere scelto tra i condomini, resta in carica per un anno, con la possibilità di rinnovo.

  • Come comunicare il nuovo amministratore di condominio?

    La nomina di un nuovo amministratore di condominio deve essere approvata dall'assemblea con il voto favorevole della maggioranza dei partecipanti e di almeno la metà del valore dell'edificio, lo stesso quorum richiesto per la revoca dell'amministratore uscente.

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