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Cappotto termico: Enea lancia l'indicatore per confrontare costi e impatto

L’indice ISEA permette di valutare l’impatto energetico, ambientale ed economico dei materiali isolanti del cappotto termico: scopri cos'è e come funziona

11-04-2023 (Ultimo aggiornamento 13-10-2023)
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Hai mai sentito parlare dell’Indice di Sostenibilità Economica e Ambientale (ISEA)? Questo strumento innovativo, sviluppato dall’ENEA, è destinato a rivoluzionare il settore edilizio e a promuovere scelte più sostenibili ed efficienti per il cappotto termico.

L’ISEA consente infatti di valutare l’impatto energetico, economico ed ambientale dei diversi materiali isolanti, aiutandoci a scegliere la soluzione più adatta in base alle specifiche esigenze del nostro edificio e alla zona climatica di appartenenza. Grazie a questo nuovo indicatore, possiamo finalmente coniugare l’efficienza energetica con la sostenibilità economica e ambientale, per un futuro più green e più rispettoso dell’ambiente. Scopriamo insieme come funziona l’ISEA e quali sono i vantaggi che può offrire.

Indicatore ISEA: lo strumento per classificare l’efficienza del cappotto termico

Il nuovo Indice di Sostenibilità Economica e Ambientale (ISEA) sviluppato da ENEA rappresenta uno strumento efficace per valutare l’efficienza dei materiali isolanti utilizzati nel cappotto termico. Questo indicatore considera l’impatto energetico, economico ed ambientale dei diversi isolanti in base alla tipologia di edificio e alla fascia climatica.

I ricercatori ENEA hanno eseguito simulazioni energetiche su edifici situati in 60 città italiane rappresentative per numero di abitazioni, popolazione e condizioni climatiche. I risultati, pubblicati sulla rivista online Sustanaibility, hanno incluso interventi di riqualificazione che prevedevano l’utilizzo sia di materiali isolanti naturali che di quelli più commerciali. Gli isolanti naturali, nonostante il costo generalmente elevato, hanno dimostrato di avere minor impatto ambientale per tutto il ciclo di vita, con valori inferiori fino a 4-10 volte rispetto ai materiali sintetici più comuni.

La situazione in Italia

In Italia, il numero di unità immobiliari supera i 31 milioni, molte delle quali inserite in condomini. La maggior parte di queste (oltre l’80%) è stata costruita prima del 1991 e solo poco più del 65% prima del 1976. Circa il 48% delle abitazioni si trova nelle zone climatiche più fredde (E ed F), il 45% nelle zone moderate (D e C) e meno del 9% nelle zone più calde (B e A).

Le abitazioni residenziali rappresentano più di 30 Mtep del consumo energetico nazionale, pari al 43% della domanda di energia primaria in Italia nel 2020. Nonostante ciò, grazie alle politiche adottate fino ad ora, è stato raggiunto un risparmio cumulativo di circa 1,3 Mtep. Tra tutti gli interventi di efficienza energetica, il cappotto termico continua ad essere la strategia principale per ridurre la domanda energetica complessiva, specialmente nei lavori di ristrutturazione.

I ricercatori ENEA evidenziano l’importanza di considerare l’impatto energetico, economico ed ambientale dei materiali isolanti termici nella scelta degli interventi di ristrutturazione edilizia. Questa valutazione combinata costituisce un primo passo verso la definizione di una strategia sostenibile ed efficiente per il settore edilizio.

Cappotto termico: materiali isolanti o sintetici?

La scelta dei materiali isolanti per un cappotto termico è un aspetto fondamentale per garantire l’efficienza energetica degli edifici. Spesso, la decisione si basa esclusivamente sul costo iniziale dell’opera e non si considerano gli aspetti ambientali ed economici a lungo termine.

Secondo Domenico Palladino, ricercatore del Laboratorio ENEA di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano, l’indice di Sostenibilità Economica e Ambientale (ISEA) sviluppato dall’ENEA dimostra come, considerando sia l’aspetto ambientale che economico, la convenienza dei materiali naturali cresca con l’aumentare del fabbisogno energetico degli edifici, soprattutto nelle zone climatiche più fredde.

Sebbene i materiali naturali presentino un costo iniziale più elevato in ogni zona climatica, il rapporto tra il costo iniziale e il conseguente risparmio nel tempo associato alla riduzione dei consumi dimostra che la loro convenienza è paragonabile a quella dei materiali isolanti tradizionali. In conclusione, la scelta dei materiali isolanti per il cappotto termico non dovrebbe essere basata esclusivamente sul costo iniziale, ma anche sul loro impatto ambientale ed economico a lungo termine.

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