Ristrutturazioni e lavori in casa: cosa cambia con il Decreto Infrastrutture 2025
Dal fotovoltaico alle ristrutturazioni interne, le novità del Decreto Infrastrutture semplificano i lavori e ti fanno risparmiare

Maria Francesca Pinna
Content Manager
- Cos'è il Decreto Infrastrutture 2025
- Quali sono le novità per chi ristruttura casa
- Cosa cambia in caso di installazione di impianti fotovoltaici
- Novità per altri interventi edilizi
Hai in programma di ristrutturare casa, rifare la facciata o installare un impianto fotovoltaico? Le nuove regole inserite nel Decreto Infrastrutture 2025 semplificano diverse procedure burocratiche permettendo così anche ai privati di risparmiare e soprattutto ridurre i tempi legati agli interventi edilizi. Vediamo subito tutte le novità.
Cos’è il Decreto Infrastrutture 2025
Il Decreto Legislativo 20 marzo 2025, n. 32, meglio noto come Decreto Infrastrutture 2025, è stato emanato dal Governo su proposta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), in attuazione della legge delega per la semplificazione normativa in ambito edilizio e urbanistico.
Il provvedimento ha l’obiettivo di snellire le procedure autorizzative, favorire l’adozione di fonti rinnovabili negli edifici residenziali e rendere più efficienti gli interventi di ristrutturazione.
Le modifiche introdotte riguardano autorizzazioni edilizie, semplificazioni per gli impianti fotovoltaici, subappalti, incentivi e appalti pubblici e interessano da vicino imprese e professionisti ma hanno ripercussioni importanti anche per i privati che vogliono avviare diversi tipi di lavori.
Quali sono le novità per chi ristruttura casa
Il Decreto Infrastrutture interviene in modo diretto e indiretto su diversi interventi diffusi soprattutto in ambito residenziale. Innanzitutto, chi vuole ristrutturare casa deve sapere che continua a essere necessaria la CILA. Tuttavia, il decreto incentiva l’utilizzo di modelli unificati e digitali e garantisce tempi di risposta più rapidi da parte degli uffici tecnici comunali.
In caso di rifacimento della facciata o il rifacimento del tetto, quindi interventi che non modificano il volume, è possibile anche ricorrere all’edilizia libera chiedendo comunque prima la conferma all’ufficio tecnico del Comune. Laddove siamo presenti vincoli paesaggistici rimangono necessarie le autorizzazioni da parte della Soprintendenza, ma il decreto assicura risposte in tempi più rapidi e autorizza il silenzio-assenso in alcuni casi.
Inoltre, per gli interventi urgenti volti a eliminare situazioni di pericolo o ripristinare condizioni di sicurezza, è consentito l’avvio lavori anche in assenza di autorizzazione preventiva, con successiva regolarizzazione.
Cosa cambia in caso di installazione di impianti fotovoltaici
Per tutti i sistemi da fonti rinnovabili, incluso il fotovoltaico, il Decreto semplifica l’iter di installazione: per impianti fino a 20 kW integrati nella sagoma dell’edificio si prevede l’edilizia libera anche nei centri storici, a parte la presenza di precisi vincoli. Quindi, non è più necessario richiedere il permesso di costruire e si riducono così i costi e i tempi. L’installazione di impianti fotovoltaici diventa, così, molto più vantaggiosa soprattutto se viene affiancata dall’uso di incentivi e bonus per fotovoltaico.
Novità per altri interventi edilizi
Il provvedimento ribadisce i principi dell’edilizia libera per tutte quelle opere che non modificano struttura, sagoma o destinazione d’uso dell’immobile, mentre per tutti gli interventi che portano ad un aumento dei volumi rimane obbligatorio il Permesso di costruire. Tuttavia, se si vuol effettuare un ampliamento limitato per esempio di una veranda o altri piccoli interventi ci sono delle semplificazioni introdotte dal Decreto. Per esempio, per il cambio di destinazione d’uso occorre fare riferimento al rispetto della destinazione urbanistica e, nei casi di opere edilizie rilevanti, necessita della SCIA alternativa al permesso di costruire. Il decreto uniforma le procedure a livello nazionale, riducendo la discrezionalità locale.
Un’altra importante novità è quella legata ai subappalti nei lavori privati. In passato, affidare parte delle lavorazioni a ditte esterne era spesso limitato da vincoli rigidi e autorizzazioni. Con il nuovo Decreto, l’impresa principale può coinvolgere subappaltatori specializzati in modo più semplice. Questo consente una migliore organizzazione e anche una riduzione dei tempi. Anche il committente ha un beneficio. Per esempio, prima del Decreto l’impresa non poteva subappaltare lavorazioni specifiche come il rifacimento di un impianto elettrico a una ditta specializzata senza prima chiedere l’autorizzazione al committente oppure rimanendo dentro limiti abbastanza rigidi. Ora l’impresa che prende in carico un lavoro è libera di subappaltare lavori su cui non è specializzata coinvolgendo, per esempio, un elettricista specializzato, senza dover seguire un iter autorizzativo lungo. Meno burocrazia significa tempi ridotti e risparmio.
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