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Stop alle caldaie a gas dall'UE: quelle ammesse e gli incentivi per risparmiare

L'UE ha sancito lo stop alla caldaie alimentate a gas: scopriamo le alternative a disposizione, le scadenze per adeguarsi e i bonus a disposizione

18-03-2024
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Alessia Mancini

Content manager e blogger

Content manager e blogger, narratrice digitale appassionata di condividere idee e storie che ispirano e informano. Specializzata in interior design e tendenze del settore arredo, è affascinata da tutto ciò che riguarda il mondo della casa.
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L’Unione Europea ha varato una direttiva senza precedenti che sta per rivoluzionare il modo in cui ci riscaldiamo e consumiamo energia nelle nostre abitazioni: la Direttiva Case Green. Dal prossimo anno, gli incentivi fiscali per le caldaie a gas saranno progressivamente eliminati, mentre dal 2040 sarà vietata l’installazione di nuovi impianti a metano.

Secondo gli ultimi dati di Legambiente, risalenti al 2023, in Italia sono attualmente in funzione circa 19 milioni di caldaie a gas, di cui ben 7 milioni hanno superato i 15 anni di vita. Questi impianti, rappresentano un’enorme fonte di consumo di gas, responsabile del 50% dell’intero consumo italiano. In questo articolo, esploreremo le implicazioni della fine delle caldaie a gas, analizzando le alternative consentite e gli incentivi per risparmiare, nell’ottica di un futuro più verde e sostenibile.

Divieto caldaie a gas: scadenze e obblighi

Ridurre l’impatto ambientale dei combustibili fossili è l’obiettivo primario della tanto dibattuta Direttiva Case Green, recentemente approvata dal Parlamento Europeo. Per ridurre l’inquinamento generato dalle caldaie a gas, la direttiva prevede lo stop degli incentivi a partire dal 2025, fatta eccezione per le caldaie ibride, e il divieto di commercializzare caldaie e gas.

Va sottolineato che questo divieto non si applicherà a chi già possiede una caldaia a gas in casa propria, ma solamente a coloro che necessitano di acquistare un nuovo sistema di riscaldamento, sia per sostituire un impianto esistente, sia per installarne uno in un nuovo edificio. Pertanto, quando si parla di “vietare le caldaie a gas“, ciò non implica che possedere una di esse diventerà illegale. Piuttosto, dal 2040 in poi non sarà più possibile produrre e commercializzare nuove caldaie a gas. Come anticipato, nella fase di transizione sarà introdotto lo stop agli incentivi per l’acquisto di queste apparecchiature a partire dal 2025.

Stop agli incentivi del 50% e 65 % per le caldaie a gas

Nel 2025 entrerà in vigore il divieto di sovvenzionare l’acquisto di caldaie a gas, in base al quale non sarà più possibile beneficiare degli incentivi fiscali del 50% e del 65%.

Questo potrebbe influenzare la decisione di coloro che intendono sostituire la loro vecchia caldaia, rendendo più conveniente l’installazione di un sistema a pompa di calore, il quale continuerebbe a godere degli sgravi fiscali. Tuttavia, al momento, nulla è stato definitivamente deciso: sulla questione si potrebbe scendere a compromessi considerando che le caldaie a condensazione consentono un risparmio energetico e una riduzione delle emissioni di CO2 rispetto alle vecchie caldaie a combustione a camera aperta, ancora diffuse in Italia.

Inoltre, la direttiva evidenzia l’importanza del ruolo dell’acqua calda sanitaria nel consumo di energia fossile. Ciò suggerisce che anche i sistemi a gas utilizzati per riscaldare l’acqua della doccia o della cucina potrebbero essere destinati a una fine simile.

I vantaggi delle caldaie a pompe di calore e degli impianti ibridi

A partire dal prossimo anno, saranno favoriti esclusivamente gli impianti ibridi, che consentono di minimizzare l’uso del gas, integrando o sostituendo la fonte tradizionale con pompe di calore. Questo sistema si distingue per la sua efficienza ecosostenibile, poiché le pompe di calore sfruttano il calore ambientale per funzionare, riducendo così l’impatto ambientale.

Una caldaia ibrida opera sia tramite il gas necessario alla caldaia a condensazione, sia attraverso l’elettricità consumata dalla pompa di calore. La pompa di calore, tuttavia, non dipende esclusivamente dall’elettricità, ma sfrutta anche una fonte rinnovabile già presente, in genere l’energia termica dell’aria esterna. Grazie alla compressione e alla decompressione ciclica di specifici gas, la pompa di calore trasferisce il calore da queste fonti all’interno degli ambienti domestici. Inoltre, invertendo il ciclo di funzionamento, una pompa di calore può anche fornire raffrescamento, simile al funzionamento di un frigorifero.

L’installazione di un impianto ibrido è agevolata in quanto le dimensioni della pompa di calore corrispondono a quelle standard delle unità esterne dei climatizzatori, semplificando il processo senza la necessità di modifiche ai radiatori esistenti.

Installazione caldaia a condensazione: come risparmiare con le agevolazioni

La riforma degli incentivi fiscali, prevista a partire dal 2025, potrebbe prevedere aliquote differenziate in base ai livelli iniziali e agli obiettivi di miglioramento energetico degli edifici. Sarà previsto il finanziamento agevolato per i redditi bassi e il ripristino dello sconto in fattura e della possibilità di cessione del credito, con criteri selettivi applicati sempre alla stessa fascia di contribuenti.

Attualmente, fino alla fine dell’anno, è ancora possibile usufruire dell’Ecobonus al 65% seguendo tutte le procedure presso l’Enea. I benefici sono concessi esclusivamente per i sistemi prefabbricati, escludendo gli interventi di auto-costruzione. L’ecobonus è valido solo per la sostituzione di impianti esistenti con sistemi ibridi e non per le installazioni iniziali.

Nelle stesse condizioni, è possibile optare per una richiesta di contributo immediato tramite il Conto Termico gestito dal GSE. Tale contributo, che può coprire fino al 65% della spesa sostenuta, viene erogato in un’unica soluzione per importi inferiori o pari a 5mila euro, oppure in rate annuali, previa presentazione della documentazione comprovante l’installazione e l’avvio del sistema.

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