Autosufficienza energetica casa parziale o totale: di cosa si tratta
Si sente spesso parlare di autosufficienza energetica, ma non tutti sanno di cosa si tratta. Scopriamo cos’è e la differenza tra quella parziale e quella totale

Ilario Zangari
Architetto
- In cosa consiste l’autosufficienza energetica di una casa
- Cos’è l’autosufficienza energetica parziale
- Cos’è l’autosufficienza energetica totale
- Come raggiungere l’autosufficienza energetica della propria abitazione
Con la diffusione degli impianti fotovoltaici e altri sistemi di produzione di energia sostenibile installati presso le abitazioni e condomini, si sente sempre più parlare dell’autosufficienza energetica come obiettivo da raggiungere, in misura totale o, perlomeno, parziale. Seppur questo concetto sia sempre più al centro dell’attenzione, non tutti sanno di cosa si tratta veramente.
Capire cos’è l’autosufficienza energetica, come si raggiunge e quali sono i suoi vantaggi è importante per comprendere a pieno quali sono i pro di un impianto, come quello formato da pannelli solari, che produce energia elettrica autonomamente e la fornisce all’abitazione.
In cosa consiste l’autosufficienza energetica di una casa

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L’autosufficienza energetica è la capacità di un edificio di non dipendere o dipendere in misura minore dalla rete elettrica. Ciò significa che è presente un impianto che, attraverso lo sfruttamento di fonti di energia generalmente rinnovabili, riesce a produrre energia e a fornirla all’abitazione.
L’energia verrà poi utilizzata per alimentare i dispositivi elettronici presenti nell’abitazione stessa, come elettrodomestici, luci, l’acqua calda, i sistemi di riscaldamento e tanto altro ancora.
L’autosufficienza energetica è un obiettivo che sempre più persone si impongono di raggiungere poiché i vantaggi garantiti sono differenti. Spiccano, tra tutti, il minor costo delle bollette, che sul lungo periodo corrisponde ad un notevole risparmio economico, e un minor impatto sull’ambiente circostante. Con una minor dipendenza, inoltre, si rischia di meno di incorrere in interruzioni della fornitura.
Vi sono anche degli svantaggi, che però sono inferiori rispetto ai vantaggi. Ad esempio, per installare un impianto che garantisce una maggior indipendenza energetica, occorre fare un investimento economico iniziale significativo. Nel tempo, inoltre, ci si deve impegnare in operazioni di manutenzione che mantengono l’impianto sempre efficiente.
Si può scegliere di rendere autonomo un intero edificio o una abitazione, sia in maniera totale che in maniera parziale.
Cos’è l’autosufficienza energetica parziale
Si parla di autosufficienza energetica parziale quando l’edificio riesce a produrre solo una parte dell’energia necessaria per auto-alimentarsi.
L’energia prodotta è, in altre parole, inferiore al proprio fabbisogno energetico. Occorre, di conseguenza, ottenere altra energia elettrica da un’altra fonte: non resta che richiederla alla rete elettrica. Quest’ultima risulta quindi ancora essenziale, anche se per la maggior parte del tempo si sfrutta l’energia autoprodotta.
In alcuni momenti del giorno, si può produrre un’energia elettrica superiore rispetto al proprio fabbisogno. In tal caso, l’energia in eccesso si può immettere direttamente nella rete elettrica, ottenendo dei vantaggi economici.
L’autosufficienza energetica parziale è un buon obiettivo da raggiungere, anche se non rende completamente indipendenti dalla rete tradizionale. I costi iniziali da sostenere, infatti, potrebbero essere più contenuti e si otterrebbe comunque un valido risparmio economico dovuto alla riduzione delle bollette.
Cos’è l’autosufficienza energetica totale

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L’autosufficienza energetica totale si ottiene quando, attraverso gli impianti installati, si riesce a coprire tutto il fabbisogno energetico di un edificio, ossia quando non c’è più la necessità di ricorrere all’acquisto di energia dalla rete.
È una condizione che si può raggiungere soltanto se si analizza correttamente il proprio fabbisogno energetico, tenendo conto anche dei picchi di energia che potrebbero essere necessari.
Come raggiungere l’autosufficienza energetica della propria abitazione
L’autosufficienza energetica della propria abitazione, che sia parziale o totale, si può raggiungere solamente optando per l’installazione di impianti di produzione di energia.
Tra quelli più apprezzati c’è l’impianto fotovoltaico, che produce energia sfruttando i raggi solari e che può essere installato su terreni liberi o sui tetti. È di fondamentale importanza dimensionare adeguatamente l’impianto e accertarsi di collocarlo correttamente, dove non presenti ostacoli, come elementi ombreggianti, che ne ridurrebbero l’efficienza. È altresì utile prevedere l’installazione di sistemi di accumulo di energia. Si tratta di batterie in grado di immagazzinare l’energia prodotta dai pannelli solari durante il giorno, per rilascia quando necessario.
Bene anche gli impianti solari termici, che sfruttano il calore del sole per produrre acqua calda sanitaria, e le pompe di calore.
Per aumentare la propria autosufficienza energetica, è importante mettere in atto comportamenti e interventi che mirano ad evitare gli sprechi energetici, come l’installazione di elettrodomestici con classe energetica elevata, un migliore isolamento termico dell’edificio e altri dettagli che possono aiutare ad evitare consumi eccessivi.
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Domande frequenti:
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Cos'è un'abitazione autonoma energicamente?
Un'abitazione autonoma dal punto di vista energetico è un'abitazione che riesce a produrre tutta l'energia elettrica necessaria a coprire il fabbisogno, senza dover ricorrere alla rete elettrica.
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Come si rende una casa autosufficiente dal punto di vista energetico?
Si può raggiungere l'autosufficienza energetica, totale o parziale, installando impianti che producono energia a partire da fonti rinnovabili. Tra i più diffusi, gli impianti fotovoltaici.
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Che differenza c'è tra autosufficienza parziale e autosufficienza totale?
L'autosufficienza energetica totale della casa si raggiunge quando si riesce a coprire tutto il fabbisogno energetico, senza dover ricorrere alla rete elettrica. L'autosufficienza parziale, invece, copre solo una parte del fabbisogno e richiede il ricorso alla rete elettrica.