Sicurezza casa: come capire se la telecamera è accesa e come sostituirla
Hai installato un sistema di videosorveglianza e un allarme a casa ma non capisci se la telecamera è accesa e funziona? Ecco come fare e cosa fare in caso di malfunzionamento

Pietro Marra
Esperto in Sistemi di Videosorveglianza e Antintrusione
- Videosorveglianza in casa: normative essenziali
- Funzionamento e indicazioni pratiche
- Come capire se la telecamera registra
- Norme, adempimenti e rischi
- Costi medi attuali in Italia
- Cosa fare se sospetti malfunzionamenti
- Preventivi e scelta dei professionisti
Installare un sistema di videosorveglianza in casa oggi è una scelta condivisa da molti: è un modo per sentirsi più sicuri in un mondo dove non mancano intrusioni sospette che violano la privacy familiare e lasciano danni economici ed emotivi. Un sistema di controllo abitativo aiuta davvero a vivere la quotidianità con maggiore serenità. Esistono oggi vari tipi di impianti sul mercato, sia allacciati alla corrente elettrica che senza fili (wireless), con connessione verso applicazioni mobili e, in certi casi, collegamento a centrali di vigilanza esterne.
Un vero sistema di allarme garantisce alti standard di sicurezza: invia notifiche sullo smartphone in caso di tentativo di intrusione, registra video, e permette il controllo remoto tramite videocamera. Ma sorgono spesso dubbi pratici: come capire se la telecamera è accesa? Se realmente sta registrando? Se il sistema funziona come dovrebbe?
Videosorveglianza in casa: normative essenziali

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L’installazione di telecamere domestiche è soggetta a norme precise. Secondo il Garante per la protezione dei dati personali, non è necessaria un’autorizzazione preventiva per impianti domestici privati se le riprese sono limitate alla proprietà esclusiva, non coinvolgono aree di passaggio pubblico o proprietà altrui, e si rispettano i principi del GDPR (Regolamento UE 2016/679) e del Codice della Privacy italiano aggiornato dal D.lgs. 101/2018.
È obbligatorio collocare cartelli visibili che segnalino la videosorveglianza, informare le persone che entrano nelle aree riprese, e definire tempi di conservazione delle immagini proporzionati (in genere pochi giorni salvo esigenze particolari). Le linee guida 3/2019 dell’EDPB forniscono indirizzi su come trattare le immagini digitali, la limitazione dell’inquadramento, la minimizzazione del rischio.
Funzionamento e indicazioni pratiche
Per progettare un impianto efficace servono diverse telecamere, una rete internet affidabile, router o bridge wi‑fi se necessario, e supporti di registrazione (NVR/DVR o cloud). È consigliabile affidarsi a una ditta qualificata per installazioni più complesse o se servono certificazioni elettriche o di sicurezza. Le caratteristiche da considerare includono la risoluzione (Full HD, 4K), visione notturna, protezione anti‑intemperie per uso esterno, rilevamento del movimento, archiviazione sicura e accessi protetti.
Come capire se la telecamera registra
Un modo semplice per verificare lo stato di una telecamera è controllare se il LED situato sull’obiettivo è acceso. Tuttavia, attenzione: alcuni modelli permettono di disattivare il LED e altri possono essere accesi elettricamente ma non in registrazione attiva (se la funzione è disattivata o l’app è offline). Quindi il LED acceso di solito indica che il dispositivo è alimentato e potenzialmente operativo, ma non sempre che stia acquisendo dati.
Norme, adempimenti e rischi
Oltre al rispetto del GDPR e del Codice della Privacy, se il sistema coinvolge aree comuni (condominio, spazi di terzi) o controllo remoto, possono esserci obblighi ulteriori: corrette informative, limiti degli angoli di ripresa, consenso assembleare se necessario, evitare riprese audio non autorizzate. In caso di uso aziendale o pubblico – o se le telecamere fanno riconoscimento facciale o analisi automatizzata – si può rendere necessaria una valutazione d’impatto (DPIA) ai sensi del GDPR. Vi sono casi recenti in cui il Garante ha sanzionato per mancanza documentale e per conservazioni non conformi.
Costi medi attuali in Italia
I costi dipendono da variabili: numero di telecamere, tipologia (cablata o wireless), qualità (interno/esterno, visione notturna, risoluzione), installazione e manutenzione inclusi. In media, per un impianto domestico con 2‑4 telecamere, si possono spendere tra gli €400 e €2.500, se sono sufficienti caratteristiche base. Per impianti più completi, con controllo remoto, telecamere esterne, funzioni avanzate, i costi possono arrivare a €5.000‑€10.000 o più. Il prezzo delle singole telecamere può variare da meno di €300 per modelli base fino a oltre €1.000 per quelli professionali o con funzioni speciali.
Cosa fare se sospetti malfunzionamenti
Se hai collegato il sistema e hai dubbi se funzioni regolarmente, controlla se l’app associata segnala lo stato della registrazione o se offre un test di funzionamento. Verifica se il LED (se presente) si accende quando la telecamera entra in funzione. Se non sei sicuro, evita interventi fai da te su cablaggi o configurazioni complesse; meglio contattare un professionista. Alcune ditte offrono contratti di assistenza o manutenzione (anche a distanza) per intervenire velocemente in caso di problemi.
Preventivi e scelta dei professionisti
Quando scegli chi installa, chiedi sempre un preventivo dettagliato: che includa sopralluogo, progettazione, installazione, materiali, manodopera, configurazione software, eventuale collegamento a centraline o app. Chiedi se il professionista è iscritto al registro installatori, se rispetta le norme elettriche (CEI), se rilascia documentazione utile, e se è aggiornato con le normative privacy. Usando piattaforme come PagineGialle Casa, puoi trovare installatori nella tua zona, chiedere preventivi gratuiti e confrontare anche i costi medi richiesti. Questo aiuta a evitare sorprese economiche o scelte poco conformi.