Rifare l'intonaco della facciata: servono permessi?
Rifare l'intonaco della facciata è spesso necessario ma molti si chiedono: servono permessi o fa parte dell'edilizia libera? Scopri la risposta e rinnova la tua casa

Giuseppe Sorrenti
Architetto
- Rifacimento dell’intonaco: cos’è e come si ripartiscono le spese
- Rifacimento intonaco esterno: permessi necessari
- Quando è necessaria l’autorizzazione
- Vincoli e zone particolari
- Materiali e tecniche di intonacatura
- Stima dei costi del rifacimento intonaco
Prendersi cura della propria abitazione significa non solo arredare con gusto e svolgere la manutenzione ordinaria, ma anche curare la facciata, che rappresenta il vero biglietto da visita di un edificio. Una facciata ben tenuta protegge la struttura, aumenta il valore dell’immobile e contribuisce al decoro urbano. Ma come ottenere una superficie esterna uniforme, senza crepe, macchie o scrostamenti? Tra i lavori più importanti rientra senza dubbio il rifacimento dell’intonaco, un intervento che richiede esperienza e competenza. Prima di affidarsi a una ditta edile è però utile chiarire un aspetto fondamentale: per rifare l’intonaco della facciata servono permessi?
Rifacimento dell’intonaco: cos’è e come si ripartiscono le spese
Il rifacimento dell’intonaco diventa necessario quando il muro presenta crepe, rigonfiamenti, distacchi o macchie dovute a infiltrazioni. Ma si può intervenire anche solo per dare una rinfrescata estetica, soprattutto in edifici datati o esposti agli agenti atmosferici. Il lavoro riguarda l’intera superficie esterna e può variare molto in base a materiali, tecniche e condizioni dell’immobile.
Nei condomini, le spese per rifare l’intonaco della facciata vanno suddivise tra tutti i condomini in base alle quote millesimali, dopo delibera in assemblea condominiale. In caso di urgenza per motivi di sicurezza, l’amministratore può disporre l’intervento immediato, salvo successiva ripartizione dei costi.
Rifacimento intonaco esterno: permessi necessari
Il rifacimento dell’intonaco rientra generalmente nella manutenzione ordinaria, e in questi casi si tratta di edilizia libera: quindi non è necessario presentare pratiche edilizie al Comune. Le fasi tipiche dell’intervento sono:
- rimozione del vecchio intonaco deteriorato;
- riparazione delle crepe con resine e stucchi;
- applicazione del nuovo intonaco (tradizionale o speciale);
- tinteggiatura e rifinitura finale.
Finché ci si limita al rifacimento della finitura esterna, senza modificare la struttura o il prospetto, non sono richiesti permessi particolari. Una sentenza del TAR Campania ha ribadito che la richiesta di demolizione per intonaco rifatto senza autorizzazioni era illegittima: si trattava infatti di semplice manutenzione, eseguibile senza alcun titolo abilitativo.
Quando è necessaria l’autorizzazione
Ci sono casi in cui il rifacimento dell’intonaco richiede permessi specifici. Questo accade se l’intervento è abbinato a opere più consistenti che rientrano nella manutenzione straordinaria o nella ristrutturazione edilizia. Ad esempio:
- modifica della volumetria o della sagoma dell’edificio;
- rifacimento dei prospetti con variazioni estetiche rilevanti (aperture, balconi, finiture particolari);
- cambio della destinazione d’uso;
- inserimento di cappotti termici o altri interventi che modificano lo spessore della facciata.
In questi casi possono essere necessari:
- CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata) per manutenzione straordinaria senza modifiche strutturali;
- CIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) quando si interviene in maniera più incisiva;
- Permesso di Costruire per trasformazioni importanti che alterano l’edificio.
Se vengono installati ponteggi o occupato suolo pubblico, va presentata anche una comunicazione al Comune e, nei centri urbani, un’apposita autorizzazione per l’occupazione temporanea.
Vincoli e zone particolari
Un discorso a parte riguarda gli edifici situati in centri storici o in zone sottoposte a vincoli paesaggistici. In questi casi, anche il semplice rifacimento dell’intonaco può richiedere l’autorizzazione della Soprintendenza, soprattutto se si interviene sul colore, sulla texture o su elementi decorativi. Prima di iniziare i lavori è quindi fondamentale verificare presso il Comune se l’immobile è soggetto a vincoli.
Materiali e tecniche di intonacatura
Non tutti gli intonaci sono uguali. La scelta dipende dalla funzione estetica e dalle prestazioni richieste. Oggi sono disponibili diverse soluzioni:
- Intonaco tradizionale a calce: traspirante e resistente, ideale per edifici storici;
- Intonaco cementizio: più economico e resistente, adatto a edifici moderni;
- Intonaco ai silicati o ai silossani: garantisce elevata idrorepellenza e lunga durata;
- Intonaco termoisolante: migliora l’isolamento termico e può essere abbinato al cappotto;
- Intonaco deumidificante: specifico per muri soggetti a umidità di risalita.
La scelta del materiale giusto permette non solo di migliorare l’aspetto estetico della facciata, ma anche di aumentare comfort abitativo e risparmio energetico.
Stima dei costi del rifacimento intonaco
I costi variano in base a superficie, stato dell’edificio e materiali scelti. Oggi i prezzi medi oscillano tra 35 e 50 € al m² per un intonaco tradizionale con tinteggiatura. Per intonaci speciali (termoisolanti, deumidificanti) si può arrivare a 60-80 € al m². A queste cifre vanno aggiunti i costi per ponteggi e opere accessorie.
Nei condomini, per una facciata di medie dimensioni, la spesa complessiva può andare dai 20.000 ai 50.000 € a seconda dei materiali e delle finiture.
Il rifacimento dell’intonaco è un intervento che ridona nuova vita a qualsiasi edificio, migliorandone estetica e protezione. Nella maggior parte dei casi si tratta di lavori in edilizia libera, ma in presenza di opere straordinarie o vincoli paesaggistici occorre richiedere le dovute autorizzazioni. Per questo è sempre consigliabile affidarsi a un tecnico qualificato e richiedere più preventivi a ditte specializzate, così da valutare costi, materiali e tempi di esecuzione.
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