Certificato abitabilità vecchi edifici: perché è necessario in caso di ristrutturazione
Il certificato di abitabilità, o agibilità, è un documento fondamentale per la regolarità urbanistica dell'immobile: vediamo quando è obbligatorio e perché
- Certificato abitabilità vecchi edifici: cos'è e a cosa serve
- A chi richiedere il certificato di abitabilità per i vecchi immobili?
- È obbligatorio il certificato di abitabilità per ristrutturare i vecchi edifici?
Quando si intraprende un processo di ristrutturazione di un vecchio edificio, ci sono molti aspetti importanti da tenere in considerazione, e uno di questi riguarda il certificato di abitabilità. Questo documento assume un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza, la conformità normativa e la qualità degli interventi di ristrutturazione.
In questo articolo, esploreremo i motivi per cui il certificato di abitabilità è cruciale durante la ristrutturazione di vecchi edifici e quando è obbligatorio.
Certificato abitabilità vecchi edifici: cos’è e a cosa serve

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Il certificato di abitabilità, noto anche come certificato di agibilità, è un documento fondamentale che attesta il rispetto delle condizioni ottimali di igiene, sicurezza, salubrità ed efficienza energetica all’interno di un edificio. In altre parole, è un riconoscimento ufficiale che garantisce che l’immobile sia conforme alle normative vigenti, assicurando la nostra sicurezza e benessere.
Dal punto di vista delle “intenzioni”, il certificato di abitabilità svolge un ruolo fondamentale, in quanto conferma che l’edificio ha superato una serie di controlli e verifiche, come il drenaggio delle pareti, l’igiene degli ambienti, la conformità degli impianti installati, il collaudo statico della struttura e l’eliminazione delle barriere architettoniche. Questi requisiti sono fondamentali per garantire che l’immobile non rappresenti alcun pericolo per la nostra salute.
Tuttavia, nella patria della burocrazia come l’Italia, il certificato di abitabilità può diventare un problema durante la compravendita di un immobile. Oltre alle complessità amministrative che possono rallentare il processo, il certificato di abitabilità comporta anche dei costi, che spesso possono scatenare dispute tra acquirente e venditore su chi debba sostenere tali spese. Questo aspetto può portare a tensioni e discussioni, soprattutto quando gli interessi delle parti coinvolte divergono.
A chi richiedere il certificato di abitabilità per i vecchi immobili?
Il certificato di abitabilità per i vecchi immobili viene rilasciato dal Comune in cui si trova l’immobile. Tuttavia, per ottenere questo certificato, è necessario soddisfare determinati requisiti documentali e assicurarsi che lo stato effettivo dell’edificio sia conforme alle norme stabilite. Infatti, per ottenere l’agibilità, è fondamentale che tutti gli impianti domestici (elettrico, gas, idrico, ecc.) rispettino gli standard prescritti dalla legge. Questa conformità viene certificata attraverso le dichiarazioni di conformità rilasciate dalle imprese che hanno realizzato gli impianti stessi, sia durante la costruzione dell’edificio che durante eventuali lavori di manutenzione.
Per richiedere il certificato di abitabilità, si devono seguire le seguenti indicazioni:
- nel caso di costruzione di una nuova casa, la richiesta deve essere presentata dall’impresa costruttrice;
- nel caso di ampliamento o sopraelevazione dell’abitazione, la richiesta deve essere presentata dal proprietario dell’immobile;
- nel caso di lavori di ristrutturazione che possono influire sulla sicurezza (ad esempio, la realizzazione di una nuova scala), sull’igiene (un nuovo bagno) o sul risparmio energetico (il rifacimento dell’impianto di riscaldamento), la richiesta deve essere presentata dal proprietario dell’immobile.
In ogni caso, è necessario rivolgersi al Comune competente per presentare la domanda di certificato di abitabilità e seguire le procedure specifiche indicate dalle autorità locali.
È obbligatorio il certificato di abitabilità per ristrutturare i vecchi edifici?

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È possibile ristrutturare un edificio anche senza il certificato di abitabilità (o agibilità). Tuttavia, ci sono diverse considerazioni da tenere in mente a seconda dell’anzianità dell’immobile e della sua conformità normativa.
Per gli edifici costruiti prima del 1934, non esiste nemmeno l’obbligo di possedere il certificato di abitabilità. Questo significa che se un’abitazione è stata realizzata prima di tale data e non ha subito modifiche significative a partire dal 2003, non è richiesto per legge ottenere il certificato di abitabilità. Tuttavia, nel caso in cui si effettuino interventi di ristrutturazione, sarà necessario richiederlo una volta completati i lavori.
Un altro caso in cui il certificato di abitabilità non è obbligatorio riguarda gli immobili che dovrebbero averlo, ma semplicemente non ne sono provvisti. Se la mancanza del documento è dovuta a un errore o dimenticanza durante la fase di costruzione, è possibile richiedere il certificato fornendo la documentazione necessaria. Nel caso in cui l’assenza del certificato sia causata da una situazione di abusivismo, totale o parziale, sarà necessario procedere al ripristino e ottenere il certificato di abitabilità.
Tuttavia, le situazioni di non conformità non implicano l’impossibilità totale di eseguire lavori di ristrutturazione. A condizione che tali interventi siano leggeri e non influiscano sulla planimetria, gli elementi strutturali e la volumetria dell’edificio, possono essere considerati “edilizia libera”. Questo significa che interventi come la sostituzione degli infissi, dei pavimenti, dei rivestimenti murali o la tinteggiatura possono essere eseguiti senza richiedere modifiche documentali o planimetriche.
In conclusione, è possibile ristrutturare un edificio anche in assenza del certificato di abitabilità, ma è importante valutare attentamente la conformità dell’immobile e le normative vigenti. In caso di dubbi o situazioni particolari, è consigliabile consultare un professionista del settore edile o richiedere informazioni presso il Comune competente.
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Domande frequenti:
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Come fare per avere il certificato di abitabilità?
Per ottenere il certificato di agibilità, è possibile rivolgersi a un professionista qualificato come un geometra, un architetto o un ingegnere di fiducia. Questo esperto sarà responsabile di condurre le verifiche e i controlli necessari per valutare la conformità dell'immobile alle normative edilizie e di sicurezza vigenti. Successivamente, il tecnico dovrà presentare al comune tutti i documenti richiesti per richiedere l'emissione del certificato di agibilità.
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Che differenza c'è tra certificato di agibilità e certificato di abitabilità?
La differenza tra "abitabilità" e "agibilità edilizia" era precedentemente basata su un riferimento terminologico specifico, ma il legislatore ha effettivamente eliminato questa distinzione. Attualmente, si utilizza il termine più ampio di "agibilità" per indicare la conformità di un edificio alle normative e ai requisiti di sicurezza stabiliti. In altre parole, il concetto di "abitabilità" è stato incorporato nell'ambito dell'"agibilità"
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Chi deve fare il certificato di agibilità?
Il certificato di agibilità può essere richiesto non solo dal proprietario dell'immobile, ma anche dai suoi successori o aventi causa, nonché dal titolare del permesso di costruire o del titolare di Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) e Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata (CILA). La richiesta di emissione del certificato di agibilità viene effettuata presso il comune competente dal proprietario dell'immobile o da coloro che ne hanno il diritto.