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Pratiche, ecologiche e di assoluto design, le stufe a pellet sono tra le più quotate per il riscaldamento domestico e per diverse ragioni. Innanzitutto perché alla base del loro funzionamento c’è il pellet, piccoli cilindri in legno pressato, segatura e trucioli che accolgono un notevole contenuto energetico.
Un materiale che, a differenza della legna, occupa minor spazio e a parità di volume produce molto più calore. Inoltre, la combustione della legna è meno pulita del pellet, perché produce una gran quantità di particelle e residui. Senza contare che stufe e camini a pellet possono essere programmati, mentre le stufe a legna richiedono controllo e presenza costante.
Esattamente come una normale stufa a legna, la stufa a pellet brucia il suo combustibile, generando calore che si diffonde nell’ambiente circostante tramite ventole o tubi di scambio.
All’interno del serbatoio viene inserito il pellet, mentre la coclea lo raccoglie e lo lascia cadere nel focolare, dosandone la giusta quantità da bruciare.
Qui, sarà un getto d’aria forzato e regolabile, proveniente dal basso, che assicurerà l’equilibrio tra combustibile e comburente, mentre il calore prodotto dalla fiamma verrà scambiato con l’aria di convenzione e regolata da ventilatori.
Un ultimo ventilatore, infine, avrà il compito di espellere i fumi prodotti e garantire il corretto funzionamento della stufa.
Se hai optato per l’acquisto di stufe a pellet devi sapere che di tipologie e modelli ne esistono tantissimi, a seconda dei gusti e delle esigenze. Attualmente però le tecnologie più diffuse sono:
Veniamo ai costi. A seconda della tipologia scelta, infatti, i costi potrebbero variare per modello, materiale – dai più economici come l’acciaio a quelli più costosi come ceramica, ghisa e maiolica – ma anche installazione, impianto a cui associare e opere murarie necessarie.
Tipologia stufa a pellet | Prezzi medi |
Ad aria | 1.500 – 3.000 € |
Canalizzata | 600 – 5.000 € |
Termostufa | 2.500 – 4.000 € |
In media una stufa a pellet da 80W consuma circa 60 kWh l’anno se ipotizziamo un funzionamento di 4 ore al giorno per 6 mesi di riscaldamento.
Richiedi un Preventivo su PG CasaUtilizzare il beccuccio di un’aspirapolvere per cercare di pulire le pareti interne della stufa, in modo che siano il più lisce possibile.
È bene evitare di collegare la stufa direttamente ai termosifoni, in quanto questi ultimi sono dotati di tubi più piccoli che non permettono all’acqua di passare nella giusta quantità . Collegando la termostufa al collettore, invece, si darà modo all’acqua di raggiungere correttamente tutti i termosifoni, ottimizzando il riscaldamento domestico.